Bari, guida di viaggio

Bari, punto focale di incontro tra la cultura occidentale e quella bizantina, è ad oggi uno dei comuni più popolosi che si affaccia sul mare Adriatico. La famosa fiera del Levante, che si tiene nel capoluogo tutti gli anni, è segno di un'eredità millenaria dedita al commercio e agli scambi che la sua posizione geografica, davvero strategica, ha permesso di intraprendere con le civiltà del mediterraneo orientale. Tali scambi, contatti e contaminazioni si riflettono perfettamente nelle architetture e nella struttura urbana della città. Le sue fusioni socio culturali, con comunità stanziali che provengono da quei territori, sono ormai eredi di un influsso migratorio che ha investito la città sin dalla primissima epoca imperiale, perdurando per tutto il Medioevo ed oltre. La bella Cattedrale, così come la Chiesa di San Nicola, patrono dei baresi, si inseriscono perfettamente nel tessuto urbano del centro storico. Esso rappresenta davvero un'unicità nel suo genere. Ripercorrere le strade, le piazze, i vicoli, sino a giungere nella zona più "moderna", costituitasi durante il periodo napoleonico, permettono di assaporare appieno la cultura e lo stile di una città dinamica. Una città dai mille volti che non smette mai di sorprendere. Tanti sono gli eventi culuturali, le mostre e gli spettacoli che propongono i tanti teatri, musei e centri culturali, segno riflesso di una città in continuo movimento. Ma tantissime sono anche le tradizioni, che si rispecchiano da secoli in usi, costumi e, soprattutto, in una ricchissima offerta eno-gastronomica. La focaccia barese, le orecchiette, i taralli, i dolci e la grandissima varietà di pescato sono solo alcune delle prelibatezze culinarie, che rappresentano il vero e proprio fiore all'occhiello di Bari.

Basilica pontificia di San Nicola

Sorge nel cuore della città vecchia di Bari, a pochi passi dal mare. La sua facciata imponente in pietra chiara locale esprime tutta la sua solennità seppur conservando una linea armonica piuttosto semplice e schematica. La struttura esterna è tripartita ed affiancata da due torri mozze, denominate “del Catapano” e “delle Milizie”. La fondazione della chiesa risale ad un periodo che oscilla tra il 1087 ed il 1100, al tempo della dominazione normanna dell’Italia meridionale. La Basilica è dedicata al Santo Patrono di Bari, San Nicola, le cui reliquie sono conservate da oltre mille anni all’interno della sontuosa cripta. Le spoglie del santo giunsero in città grazie ad alcuni marinai baresi, che le trafugarono dalla Turchia per portarle con sè e riporle in un luogo più sicuro, sottraendole al dominio musulmano. Da quel momento in poi San Nicola è divenuto il principale patrono e protettore della città, a cui i Baresi sono fortemente legati, celebrandone la sua memoria il 6 dicembre e nel mese di maggio, a memoria della traslazione delle sue reliquie. L’interno della Basilica non smentisce la solennità che si mostra già dall’esterno. Dotata di un impianto a tre navate a croce latina, è intervallata da una serie di possenti arcate che lasciano spazio ad un bellissimo intagliato ricco di decorazioni che risalgono al periodo barocco. La sua splendida cripta custodisce le reliquie del santo, che riposano al di sotto dell'altare, contornato da uno splendido pavimento a mosaico di eccezionale ricchezza. Il santo è particolarmente amato e venerato anche dalla comunità ortodossa, in particolar modo quella russa, che ancora oggi celebra quotidiniamente messe in onore del santo patrono.

Bari vecchia

Una delle prerogative di Bari è indubbiamente il suo centro storico, la parte più antica, che si apre da Piazza dei Ferraresi. È qui che si nasconde il vero volto della citta, la sua anima storica che ancora sopravvive all'interno delle sue mura, nonostante lo sviluppo urbanistico acceleratosi gli inizi dell'800, durante il periodo di dominazione francese. Considerato pericoloso e poco sicuro nei decenni precedenti, oggi rappresenta un'immancabile tappa per chiunque voglia immergersi appieno nella cultura barese e nelle belle architetture che affiancano le vie del centro storico. La città vecchia, con le sue viuzze strette lastricate, i vicoli, le chiese e gli edifici storici, preserva intatta la sua struttura medioevale, ancora presente nelle tante chiese che si affacciano prepotentemente tra gli slarghi del suo centro storico, segno distintivo di una forte componente religiosa che riuscì a fondere elementi occidentali e bizantini al tempo stesso . L'unione dei vari elementi - architettonici, culturali e folkloristici - pongono le basi per un piacevole itinerario, da percorrere tutto a piedi, perdendosi attraverso le tantissime strade lastricate che affacciano su piccoli scorci e corti abitative. Immancabile é l'acquisto delle orecchiette fatte a mano, preparate dalle sapienti mani delle massaie del luogo ed in vendita lungo la celebre "via delle orecchiette", dove è anche possibile trovare i famosi tarallini e, nel periodo natalizio, le cartellate pugliesi al miele e vincotto, un dolce tipico della tradizione.

Catterdrale di Bari

La Cattedrale di Bari, dedicata a Santa Maria Assunta e a San Sabino, è un notevole esempio di arte romanica pugliese.Soppiantata dalla più imponente Basilica di San Nicola, a cui i Baresi sono particolarmente legati per via della forte devozione osservata nei confronti del santo patrono, la Cattedrale resta un esempio importantissimo dell'arte romanica diffusasi nei periodi di massima fioritura artistica, culturale e religiosa della città di Bari. La sua costruzione si data all' XI secolo, quando Bari divenne il caposaldo dell'impero bizantino in Italia meridionale.La città era la porta dell'Occidente e costituiva un caposaldo importantissimo per intraprendere rotte e contatti commerciali con la parte orientale del Mediterraeno.

In quello stesso periodo giunsero le reliquie di San Sabino, vescovo di Canosa, centro episcoplale caduto nelle mani della conquista saracena. I resti furono conservati nell'attuale cripta, insieme ad una bellissima icona bizantina della Vergine, di provenienza costantinopolitana, a cui la chiesa era dedicata anticamente. Durante i secoli XII e XIII la struttura venne restaurata ed arricchita da preziosissimi marmi e suppellettili, che è possibile ammirare ancora oggi una volta che si è varcato l'ingresso. Le opere principali recano la firma delle migliori maestranze locali, quali Alfano da Termoli, Anseramo da Trani e tanti altri. Nel primo Settecento venne riadattata al gusto barocco e rococò, secondo la consuetudine di quel periodo. Fu il Vescovo Muzio Gaeta Juniore che decise di riallestire l'apparato interno, convocando uno dei principali esponenti del barocco meridionale, l'architetto Domenico Antonio Vaccaro, già celebre per il riallestimento di numerosi edifici napoletani, come ad esempio il meraviglioso chiostro maiolicato della Basilica di Santa Chiara. Il contributo del Vaccaro fu principalmente volto alla stesura di un possente rivestimento in stucchi, che adornavano gran parte del complesso interno. Gran parte di essi furono distrutti nel secolo scorso, seguendo un progetto di ripristino dell'impianto precedente che, secodo la consuetudine di quel periodo, soleva riportare la Basilica al suo aspetto originario.

Teatro Petruzzelli

Il teatro Petruzzelli, uno dei più belli ed importanti d'Italia, deve il suo nome alla famiglia Petruzzelli, in particolare ai due fratelli Onofrio ed Antonio. Commercianti ed armatori di origine triestina, presentarono un progetto ambizioso al Comune di Bari, approvato nel 1895. Il loro intento era quello di donare un grande teatro alla città, mettendola alla pari con i maggiori centri italiani, che già da tempo avevano arricchito la loro offerta culturale attraverso l'edificazione di grandi strutture pubbliche e private. Inaugurato solo nel 1903, a seguito di alcune vicende politiche ed economiche che ne rallentarono il completamento, il Petruzzelli divenne presto famoso per la sua straordinaria capienza, di oltre duemila posti a sedere.
Il suo interno, affrescato da Raffaele Armenise, fu decorato da costosi rivestimenti in oro zecchino e dotato di un avanzato ed innovativo sistema di riscaldamento e di illuminazione elettrica, vera e propria avanguardia rispetto a quei tempi. Sulle tavole del grande palco si sono esibiti grandi artisti, attori e cantanti, del calibro di Beniamino Gigli e Renata Tebaldi. E' diventato anche protagonista di una celebre pellicola "Polvere di stelle", interpretata da Alberto Sordi e Monica Vitti.
Nel 1954 il teatro fu dichiarato ufficialmente "Monumento di interesse nazionale" e, qualche decennio più tardi, fu fregiato del titolo di teatro di tradizione.
Oggi il Petruzzelli è ubicato in pieno centro città, affacciandosi sul principale Corso di Cavour, meta principale di passeggio per i cittadini baresi, che spesso scelgono il teatro come meta di intrattenimento per le loro serate mondane. Negli ultimi anni si è arricchito sempre più di un calendario vivo e dinamico di spettacoli, concerti ed opere celebri, interpretate dalla migliore selezione artistica presente sul panorama nazionale ed internazionale.

Castello Normanno - Svevo

Sorge ai margini della città vecchia, a ridosso delle mura antiche. Denominato affettuosamente "U castiddu" dal popolo barese, ha una storia molto antica, che ripercorre le vicende segnate dalle dominazioni normanne e sveve in Italia meridionale nel corso del Medioevo.
La struttura architettonica della fortezza è di tipo trapezoidale; abbraccia gran parte dell'antico quartiere bizantino, che sorgeva a ridosso del mare.
Il primo impianto, di epoca normanna, risale al XII secolo, per volere di Ruggero II, sebbene da alcune fonti antiche si annovera la presenza di una complesso difensivo già a partire dall'epoca romana.

Con l'avvento dei Normanni e la loro dominazione in tutto il Sud Italia, la costa Adriatica si dotò di un solido sistema difensivo, in particolar modo accentrato nell'attuale territorio barese. Nelle Puglie, infatti, sorgevano i principali approdi portuali legati al commercio navale e ai contatti che vennero intrapresi verso Costantinopoli ed il Medio Oriente.
Distrutto in parte per mano degli stessi baresi, fu ricostruito da Federico II di Svevia qualche anno più tardi, seguendo il suo progetto intenzionato a restaurare la maggior parte delle fortezze e dei castelli che erano dislocate lungo tutto l'Impero. Successivamente, con l'avvento degli Aragona e degli Sforza, la struttura fu trasformata in un palazzo nobiliare, per poi essere nuovamente trasformato in caserma e prigione militare sotto i Borbone. Caduto in uno stato di abbandono, du dichiarato monumento e luogo di interesse culturale nella prima metà del secolo scorso.
All'interno del castello vi è un percorso guidato che offre ai visitatori un'interessante panoramica su alcuni resti archeologici di epoca bizantina, nonchè alcune sale in cui è esposta una gipsoteca, una raccolta di statue e gessi realizzate nel 1911, che riproducono i principali monumenti pugliesi. Al piano nobile vengono spesso ospitate importanti mostre e manifestazioni culturali di un certo rilievo.

Bari sotterranea

L'itinerario immersivo che si snoda nei sotterranei di Bari è un ottimo pretesto per scoprire ciò che la stratigrafia ha conservato nel corso del secoli, conservando le tracce di un passato che ripercorre la storia della città. Nel corso del tempo le ricerche archeologiche hanno riportato alla luce una serie di opere, resti e strutture che risalgono ad un periodo che oscilla tra il periodo di dominazione romana fino all'epoca palocristiana e bizantina, come testimoniano i resti delle varie chiese risalenti al primo medioevo.
La finalità del percorso di visita è quella di narrare, attraverso un filo cronologico che si dipana nel corso del tragitto, le origini del capoluogo pugliese, ricalcandone gli antichi splendori.
Partendo dalle fondamenta del castello Normanno- Svevo, che custodisce le tracce di un primo abitato bizantino, si prosegue verso la Cattedrale di San Sabino, dove nella parte del succorpo vi è conservato uno splendido mosaico, detto di Timoteo, dal nome del suo committente. Il tema iconografico scelto da Timoteo è interamente vocato al mare, in linea con la tradizione marinara della città. Le tessere del mosaico sono animate da una grande varietà di specie, con una grande abbondanza di pesci ed un polpo che domina parte della scena.
L'ultima tappa del percorso è racchiusa attorno ai sotterranei di Palazzo Simi, sede del centro operativo archeologico di Bari. La dimora, che riprende l'architettura tipica di un edificio palaziale cinquecentesco, conserva nel suo sotterraneo i resti di un'antica dimora di lusso risalente alla prima età imperiale.

Teatro Margherita

Riaperto nel 2018 dopo un lungo periodo di restauri, il Teatro Margherita è stato convertito in un museo di arte contemporanea. La sua storia è piuttosto singolare e risale agli inizi del Novecento, quando un patto siglato tra il Comune di Bari e la famiglia Petruzzelli impediva di costruire qualsiasi altro teatro che occupasse il suolo pubblico cittadino. Fu così che, per eludere questo divieto, si decise di realizzare una struttura sul mare, innalzandola su una piattaforma sostenuta da palafitte e collegata alla terraferma attraverso un pontile. Questo progetto così azzardato non fu escluso da pesantissime critiche che vennero mosse da più voci accusatorie dell'imprenditoria locale barese. Nonostante le numerose voci di dissenso, per molti anni il teatro si rese famoso per una ricchissima con una programmazione di varietà composta da numeri di Café-Chantant ed altri spettacoli di intrattenimento.

Completato nel 1912, fu il primo edificio ad essere costruito in cemento armato. Il progetto risente del tipico stile liberty tanto in voga nella prima decade del XX secolo. La facciata è dominata da un grande arco composto da ampie vetrate e sormontato da due torri centrali e da una cupola retrostante, al cui interno sono presenti raffinatissime decorazioni in stucco. Alcuni elementi presenti nel progetto originario sono, purtroppo, andati perdutì nel corso del tempo, soprattutto a seguito dei pesanti bombardamenti che colpirono e danneggiarono violentemente la struttura nel corso della seconda guerra mondiale. Abbandonato per alcuni anni, fu ripreso alla fine degli anni Quaranta e restaurato, per trasformarlo in cinema fino al 1979, quando venne restituito allo Stato per divenire nuovamente di demanio pubblico.
Come centro di arte contemporanea il teatro ospita oggi una serie di interessantissime mostre ed eventi, che lo identificano come polo di diffusione culutrale di grandissima importanza per la promozione, la valorizzazione e la diffusione artistico-culturale dell'Italia meridionale.

Lungomare di Bari

Considerato tra i più belli e lunghi d'Italia, il Lungomare di Bari è un'immancabile tappa per chi voglia godere di una bella passeggiata in riva al mare, soprattutto nei mesi primaverili ed estivi, quando le belle giornate permettono di trattenersi a lungo all'aria aperta e godere della brezza marina che si diffonde lungo tutta la costa barese.
Contornato dalle mura antiche e dal suo castello, il lungomare offre un'ampia veduta del porto e della costa, fino a giungere alla celebre spiaggia cittadina detta "pane e pomodoro".
Il percorso pedonale, lungo all'incirca quindici kilometri, è stato inaugurato agli inizi del Novecento e costruito in pietra locale. Celebri sono i suoi lampioni neri di ghisa, che ne rappresentano quasi un segno distintivo ed illuminano caldamente il percorso già dal primo imbrunire, fino alle prime luci dell'alba, rendendolo sicuramente molto suggestivo, anche per chiunque abbia la possibilità di vederlo dal mare.
Durante l'epoca fascista la zona fu dominata dall'incremento di una serie di palazzi che risentono fortemente della tipica architettura di regime, che ne hanno completamente trasformato la veduta e la fruizione, accompagnata dall'audace progetto di collegare la città con la bretella mercantile e commerciale, culminante con la zona occupata dalla fiera del Levante, termine fisico del tratto di passeggiata costiera.
Passeggiare sul lungomare di Bari oggi significa anche sperimentare le prelibatezze della cucina barese; in particolar modo il suo cibo di strada caratterizzato dai frutti di mare crudi o da qualche altra stuzzicheria golosa, come una gustosissima focaccia pugliese o qualche fragrante tarallo, accompagnato da un ottimo ed irrinunciabile calice di vino bianco freddo.

Piazza Mercantile

Piazza Mercantile costituisce il cuore della Bari vecchia. Ancora oggi è animata da tantissime persone che la scelgono come meta di passaggio o come punto di ritrovo quotidiano, così come avveniva anche in passato, fulcro della vita commerciale del capoluogo sin dall'epoca medioevale. La piazza è contornata da bellissimi palazzi e monumenti che hanno segnato la storia della città. Uno di essi è il celebre Palazzo del Sedile, dove si tenevano le assemblee presiedute dai nobili nel Cinquecento. Nel corso dei secoli l'edificio ha assunto svariate funzioni; da loggia mercantile a sede del governo municipale, rappresentando da sempre il fulcro della vita politica ed amministrativa della città. L'orologio che spicca sulla torre di sinistra fu realizzato in Germania ed inserito agli inizi del Seicento. Fu considerato di utilissima praticità dai commercianti, che finalmente potevano calcolare lo scorrere dal tempo ascoltando il rintocco ad ogni quarto d'ora.

Al centro della piazza sorge la fontana seicentesca della pigna. In origine era sormontata da una bella pigna in bronzo, da molto tempo andata perduta. La fontana, in tipico stile barocco, è innalzata da uno scalone ottagonale e riporta quattro volti scolpiti in pietra, su quattro lati; ragion per cui la fontana è altresì detta "delle quattro facce". Non è di certo l'unico elemento bizzarro presente in piazza; è doveroso, infatti, citare anche la strana colonna che sorge su un lato dello slargo, meglio conosciuta come la "colonna infame". Era una specie di gogna a cui venivano legati i criminali e le persone che avevano commesso vari tipi di misfatti. Alla sua base, infatti, vi è un grande leone di pietra che reca in petto la dicitura Custos Iusticiae, ovvero "custode della giustizia".

Fortino Sant'Antonio

Nata come torretta di difesa a partire dal 1300, reca questo nome per la presenza di una piccola chiesetta dedicata a Sant'Antonio, unica sopravvissuta alla struttura difensiva, distrutta poco tempo dopo la morte del fedautario Giovanni Antonio del Balzo Orsini, duca di Bari e principe di Taranto. Della chiesetta oggi non rimane alcuna traccia, così come della struttura interna, di cui sopravvivono pochi elementi. Lo stemma del suo casato nobiliare è, però, ancora presente presso l'ingresso del fortino, sul portale principale. Con l'avvento dei Borbone la struttura venne pesantemente trasformata, in occasione dei lavori di restauro del porto e di rifacimento delle mura esterne. Il fortino è localizzato in uno dei punti più belli e panoramici di Bari; è visibile da più punti della città poichè la sua localizzazione si trova a ridosso delle mura antiche, con un affaccio sul mare che la rende location ideale per la celebrazione di mostri, eventi e di matrimoni civili, che si tengono principalmente sul terrazzo superiore della struttura. Abbandonato per molti anni al degrado e all'incuria, è stato finalmente ristrutturato e ripreso a partire dagli anni 2000 dal Comune, che ha scelto di darlo in gestione all’Assessorato alle Culture, Marketing Territoriale e Sport, che periodicamente organizza eventi culturali, mostre e conferenze pubbliche.

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