Cagliari, guida di viaggio
Fondata nel periodo neolitico, diventa autentica città sotto il dominio fenicio-punico, quando viene scelta come base commerciale per i traffici marittimi lungo le rotte del Mediterraneo. E’ il capoluogo e la città più popolosa della Sardegna, con una popolazione di circa 450000 abitanti in tutta l’area metropolitana. Cagliari vanta alle spalle una storia plurimillenaria ed un fascino inimitabile, grazie alla sua splendida posizione geografica. Affacciata direttamente sul mare e sviluppata su sette dolci colline, offre la tipica scenografia di un’ambientazione mediterranea. Il suo centro storico, con le sue fortificazioni, le chiese e le torri intervallano i numerosi belvedere e le magnifiche baie dall’acqua cristallina. Bastano pochi passi per allontanarsi dal centro cittadino e ritrovarsi nella natura più incontaminata, spaziando dalle lunghe spiagge di sabbia bianca, alle oasi naturali ed ai parchi urbani dove, immersi completamente nel verde, si vive appieno l’esperienza di un’isola che ha davvero moltissimo da offrire. Tutte queste prerogative creano la combinazione perfetta per chi sceglie questa meta con la consapevolezza di provare un’esperienza a 360 gradi. Storia, cultura, arte e paesaggi sono le caratteristiche essenziali ed imprescindibili che la città offre ai suoi turisti. Da non perdere anche le molteplici esperienze culinarie e folkloristiche che Cagliari propone; dalle prelibatezze della cucina sarda alle feste, riti, tradizioni e costumi che custodiscono intatta la memoria storica di una città che ha fatto da culla alla civiltà mediterranea occidentale.
Bastione di Saint Remy
Il Bastione di Cagliari è detto di Saint Remy, dal nome dell’omonimo barone, primo vicerè del Piemonte, che ne volle la costruzione. Offre un panorama mozzafiato che permette di osservare la città a 360 gradi. Per apprezzarne ancora di più il suo fascino è consigliabile salire in cima con le calde luci del tramonto, che ben si prestano ai tanti scatti fotografici che si possono realizzare dal belvedere. Di notte, invece, è particolarmente emozionante la vista di Cagliari illuminata dalle luci della città.
Questo possente bastione fu costruito nei primi anni del XX secolo e, per via della sua imponenza, può essere considerato uno degli edifici più importanti e caratteristici di tutta Cagliari. L’impianto della struttura sorge su antiche cinte di mura medioevali ed è realizzato in stile classicheggiante, con colonne corinizie in calcare bianco e giallo. La funzione principale del bastione era quella di collegare il quartiere di Castello con quello di Villanova, con un percorso che collega direttamente il centro storico.
Dopo una lunga rampa di scale si incontra la cosiddetta passeggiata coperta; un ambiente molto esteso che nel corso degli anni ha ospitato tanti eventi, manifestazioni ed addirittura un infermeria di campo, nel corso della prima guerra mondiale, così come nella seconda fu luogo preposto al rifugio degli sfollati. Oggi il bastione è un sito interamente dedicato alla cultura e all’arte. Ospita, infatti, numerose mostre artistiche in uno spazio vasto e luminoso, dominato da grandi arcate e colori vivaci. Dalla passeggiata coperta si accede anche ad un suggestivo percorso archeologico che conduce alla Galleria dello Sperone, struttura difensiva realizzata all’epoca di Carlo V dall’ingegnere militare Rocco Cappellino, al fine di proteggere la città dalle incursioni turche nel corso del ‘500.
Museo Archeologico Nazionale di Cagliari
Il Museo Archeologico di Cagliari è interamente dedicato alla storia della Sardegna e costituisce un solido punto di riferimento per conoscere ed approfondire la storia del territorio sardo. La sede museale è ospitata nel quartiere di Castello, all'interno della Cittadella dei musei ed i suoi reperti custoditi all'interno ripercorrono un periodo storico di oltre 7000 anni. Nato nel 1800 per volere del vicerè Carlo Felice, oggi offre una collezione di oltre 4000 pezzi che spaziano dalla Preistoria sino a giungere al periodo altomedioevale. Molto interessante è la sezione dedicata alla civiltà nuragica, sviluppatasi nella regione in un arco temporale che parte dal 1600 fino a giungere al 700 a.C. Una ricchissima collezione di statue, sculture e statuette in bronzo raccontano questa misteriosa civiltà, legata prevalentemente all'esaltazione di una società dai forti valori militari, come si evince dalle varie immagini raffiguranti guerrieri, arcieri e cacciatori. La maggior parte di questi manufatti furono rinvenuti dall'archeologo sardo Giovanni Lilliu, a cui il museo è dedicato, che ad oggi è considerato il più grande studioso e ricercatore di civiltà antiche sarde.
Decisamente fuori dall'ordinario è la piccola statuina bronzea denominata "pietà nuragica di Urzulei", ritraente una donna che reca in grembo il corpo esanime di un giovane guerriero, riconoscibile per il suo pugnale che è mostrato ben in vista sul petto, all'interno di un fodero. L'enorme distanza cronologica tra questo manufatto ed il capolavoro Michelangiolesco chiaramente non permette alcun tipo di comparazione, ma è piuttosto singolare notare come l'iconografia tra le due opere sia stata eseguita allo stesso modo da una cultura vissuta 2500 anni prima dell'esecuzione di uno dei più grandi capolavori dell'arte italiana.
Altra affascinante sezione del museo è quella dedicata ai numerosi gioielli fenici di Tharros, splendidi pezzi di oreficeria che offrono interessanti spunti di riflessione sulla società fenicia e sui rapporti commerciali che questo popolo intraprese con una vasta area del Mediterraneo. Molti di essi furono rinvenuti all'interno delle sepolture e costituivano il corredo funebre dei defunti, volto a sottolineare lo status sociale delle grandi famiglie aristocratiche e a garantire anche una funzione protettiva contro le forze maligne, giacchè alcuni monili erano parti di talismani ed amuleti dal forte valore apotropaico.
Continunando e seguendo il percorso cronologico, le sale successive sono dedicate alla grande statuaria greco- romana e alle magnifiche esposizioni bizantine, che si distinguono per la varietà di materiali : mosaici, sculture, ceramiche, affreschi, monete, suppellettili d’argento ed oreficerie testimoniano una cultura complessa e multietnica, legata fortemente alle contaminazioni ed ai rapporti commerciali e sociali intrapresi con la parte orientale del Mediterraneo.
Cattedrale di Cagliari
Situata nel cuore del centro storico di Cagliari, poco distante dal Castello, la Cattedrale di Santa Maria è il principale luogo di culto della città. Le prime notizie risalenti la sua edificazione risalgono al 1255 circa, secondo quanto riportato da un antico documento. Nel 1258 fu elevata al rango di Cattedrale e fu dedicata anche a Santa Cecilia, dopo che i pisani distrussero la precedente cattedrale a lei dedicata.
La sua facciata, in stile romanico-pisano, è stata fortemente rimaneggiata da alcuni restauri condotti nel secolo scorso, che vollero donare alla chiesa un aspetto molto simile alla ben più nota chiesa di Santa Maria dei miracoli a Pisa. Dell'assetto originario rimane il bellissimo campanile ed i sontuosi portali d'ingresso, che risalgono al XIV secolo. L'interno è a dir poco grandioso, imponente e ricchissimo di decorazioni, per la maggior parte risalenti al periodo barocco. Tale opulenza si intravede prevalentemente nei tanti marmi di rivestimento, nella pavimentazione ma, soprattutto, nei magnifici altari barocchi delle navate laterali, così come lo splendido altare dedicato a Sant'Isidoro ed il monumento funebre seicentesco dedicato a Martino D'Aragona, conquistatore della Sardegna, che è ospitato nel transetto sinistro della chiesa.
Scendendo giù in cripta, si rimane a bocca aperta dallo splendore della seicentesca cripta dei martiri. Costruita tra il 1615 ed il 1617, accolse sin dal principio numerose reliquie dei santi martiri sardi, che erano state rinvenute poco prima nella Basilica di San Saturnino. L'ambiente è suddiviso in tre grandi spazi ed è scenograficamente suddiviso in ben 179 piccole nicchie sulle pareti, ciascuna riportante il nome del santo e i simboli del suo martirio.
Torre di San Pancrazio
Costruita dai pisani nel 1305 come baluardo difensivo contro i genovesi ed i mori, la torre è la più alta della città. Fu la prima ad essere costruita e dopo alcuni anni venne eretta la sua gemella, che prende il nome di Torre dell'Elefante, per via di una scultura elefantina che si incontra a metà altezza dell'edificio. Entrambe fungevano anche da porta d'ingresso per entrare all'interno del castello, rientrando in quel progetto di sistema difensivo che permetteva di garantire maggiore protezione alla città, soprattutto nell'area settentrionale. Non a caso, nel 1535 l'imperatore Carlo V le annoverò come una delle migliori opere militari costruite in tutta Europa.
Il nome di questa torre è legato alla figura di San Pancrazio, nome originario dell'attuale chiesa di San Lorenzo all'epoca di fondazione della struttura.
All'esterno sono ancora visibili numerosi stemmi distintivi delle grandi famiglie pisane che hanno dominato la scena politica, sociale ed economica di Cagliari nel periodo medioevale, a seguito delle celebri spedizioni pisane mirate ad estendere i loro monopoli commerciali e a difendere il territorio dai continui attacchi saraceni.
La torre fu progettata dall'architettto Giovanni Capula ed è alta all'incirca 37 metri. Costruita in pietra calcarea bianca proveniente da una cava locale, è suddivisa in quattro settori e presenta numerose feritoie, soprattutto nei lati chiusi della struttura. Nel 1600, dopo aver perso la sua originaria funzione militare, fu adibita a carcere; un destino che spesso ricorre per questa tipologie di fortificazioni che si ritrovano in tutta la nostra penisola.
Trattandosi dell'edificio più alto della città, fu sfruttata dal generale piemontese Alberto della Marmora per tracciare una delle prime carte geografiche di Cagliari, realizzata nella seconda metà del XIX secolo.
Il Santuario di Nostra Signora di Bonaria
Il Complesso religioso di Nostra Signora di Bonaria è situato su una piccola altura e rappresenta uno dei santuari mariani più importanti di tutta la Sardegna. Sull'origine del suo nome vi sono alcune ipotesi; le più accreditate farebbero riferimento all'aria salubre che si respira in cima al colle, mentre altre la associano alla presenza di terme romane e bagni pubblici, i cosiddetti "balnearia", denominati successivamente dai Pisani "Bagnaria".
Fondato durante la dominazione aragonese, il complesso monastico è un luogo di forte devozione popolare, al punto tale da rappresentare l'identità stessa dello spirito e del popolo cagliaritano. Dal punto di vista architettonico, viene considerato come il primo esempio di arte gotico-catalana introdotto sull'isola, grazie all'opera di maestranze catalane giunte in Sardegna intorno al 1323, a seguito della conquista territoriale condotta da Alfonso d'Aragona che scacciò definitivamente la presenza pisana dalla Sardegna.
L'interno è a navata unica sostenuta da imponenti volte ogivali; sul lato destro un grande atrio collega il santuario alla Basilica, che fu costruita nel Settecento, grazie al contributo fornito dall' Ordine Mercedario. Di stile barocco, è caratterizzata dall'esterno dalla semplice pietra calcarea bianca, mentre al suo interno presenta un ambiente vasto e luminoso, a croce latina con tre navate. All'altare maggiore sono affiancati altri sette altari dedicati alla Madonna di Fatima, alla Sacra Famiglia, alla Vergine assunta in cielo, alla Madonna ausiliatrice, a quella con il bambino e alla Madonna della Mercede. Sulla parte destra del transetto vi è un enorme organo costituito da 5000 canne e attestato come il più grande della Sardegna.
La Madonna di Bonaria è protettrice del mare e dei naviganti. La statua che si conserva all'interno della Basilica è legata ad una particolare leggenda che narra del suo ritrovamento fortuito, all'interno di una pesantissima cassa di legno giunta dal mare ed arenatasi sulla spiaggia, che riuscì ad essere trasportata in chiesa solo dai frati della Mercede, su consiglio di un bimbo che era accorso sul posto insieme madre ed alla folla incuriosita.
Numerosi sono gli ex voto che marinai, naviganti e pescatori lasciano alla stauta, oggi custoditi nel museo annesso al santuario.
Basilica di San Saturnino
La Basilica di San Saturnino è una bella ed antica chiesa paleocristiana, risalente al V secolo e dedicata a San Saturnino ed ai Santi Cosma e Damiano. La chiesa è localizzata nell’area dell’antico cimitero paleocristiano di Cagliari, precisamente sul luogo dove originariamente era collocato il sepolcro di San Saturnino, patrono e protettore della città. Il culto del santo cominciò subito dopo il suo martirio, avvenuto nel IV secolo durante l’epoca delle persecuzioni ai cristiani avvenute sotto l’impero di Diocleziano. L’edificio sarebbe stato eretto appunto come martyrium, ovvero luogo onorifico per commerare il santo. Successivamente fu dedicata anche ai santi medici Cosma e Damiano, quando nel diciottesimo secolo venne ceduta alla corporazione dei medici e degli speziali. Attualmente la chiesa è ubicata nel quartiere Villanova, in piazza San Cosimo.
Ben poco rimane dell’impianto architettonico originario, che era concepito con una pianta a croce greca ed una cupola emisferica. Nel corso dei secoli la chiesa fu restaurata e trasformata dai monaci benedettini dell’Abbazia di San Vittore di Marsiglia, che nel 1119 la adattarono in perfetto stile protoromanico, affidandone il progetto a maestranze provenzali. A seguito dell’assedio della città da parte degli Aragonesi, l’edificio fu gravemente danneggiato. Nel 1614 alcuni scavi archeologici permisero di riportare alla luce la necropoli paleocristiana, che ancora oggi è oggetto di interessanti indagini esplorative. L’estensione dell’area cimiteriale è davvero estesa e comprende anche alcune sepolture di epoca romana.
Spiaggia del Poetto
E' la spiaggia più grande di Cagliari e si estende per circa 12 km. Si affaccia sul Golfo degli Angeli e sul promontorio della Sella del Diavolo. E' composta da sabbia chiara fine ed un mare azzurro cristallino; non a caso viene considerata una delle spiagge più belle dell'isola. Per il suo fondale basso e l'ampio arenile è molto apprezzata da famiglie con bambini. La sua vicinanza con il centro città e la piacevole passeggiata pedonale la rendono una meta molto frequentata nei periodi caldi, soprattutto dai cagliaritani, che la scelgono come meta turistica balneare da fare in giornata.
Percorrendo un breve sentiero della durata di circa un'ora è possibile giungere sino ai ruderi della seicentesca Torre del Poetto, una fortezza di avvistamento collocata ad 87 metri dal livello del mare che offre un piacevolissimo affaccio sul mare.
Per raggiungere la spiaggia, situata nella zona orientale di Cagliari, ci sono numerose linee di autobus pubblici che permettono di collegare rapidamente il centro con la zona balneare. Giunti nei dintorni del Poetto è possibile usufruire di una vasta offerta di servizi, divertimenti e sport, che spaziano dal noleggio bici, all'attrezzatura di spiaggia fino a quella per gli sport acquatici.
Necropoli di Tuvixeddu
Una prerogativa unica della Sardegna è la ricca testimonianza lasciata dalla presenza fenicia e Cartaginese in epoca pre-romana. Questa grande necropoli punica, la più grande esistente in tutta Europa, si estende sull’omonimo colle cagliaritano e comprende all’incirca 1200 tombe. Il nome attribuito al colle è molto singolare e deriverebbe dal sardo campidanese “tuvo”, che letteralmente sta ad indicare la cavità calcarea su cui è costituito il territorio.
La necropoli è un luogo molto suggestivo, caratterizzato dai monumentali sepolcri scavati interamente nella roccia, che si presentano ancora in un ottimo stato di conservazione. La fondazione del sito dovrebbe orientativamente aggirarsi in un periodo che oscilla tra il IV ed il III secolo a.C., sebbene alcuni ritrovamenti di reperti in selce ed ossidiana tendono a datare la frequentazione del sito addirittura all’epoca preistorica, dalle popolazioni indigene del luogo. Per quanto concerne il periodo fenicio, la tipologia delle sepolture rinvenute è quasi tutta prevalentemente di tombe a pozzo, profonde dai 3 agli 8 metri circa, con una camera ipogea ed un ricchissimo corredo funerario, in gran parte costituito da suppellettili, statuette votive, terrecotte, gioielli, armature ed oggetti di uso quotidiano. Tracce di pittura parietali con motivi fito- vegetali e geometrici tendono ad ipotizzare stretti contatti con la zona del Maghreb, in cui sono state riscontrate numerose attinenze stilistiche a seguito di numerosi raffronti con le necropoli coeve di quell’area del Mediterraneo.
Alle pendici della collina è presente anche una piccola necropoli romana, costituita da tombe a camera e tombe a fossa, con tracce di decorazioni e mosaici presenti prevalentemente nelle grandi tombe monumentali di appartenenza alle grandi famiglie patrizie della zona.
Parco Urbano di Monte Urpinu
E’ il parco più famoso di Cagliari e si estende su una superficie di oltre 247.000 metri quadrati. Il parco è situato sul belvedere della collina di Urpinu, a pochi passi dal centro della città. Costituisce il vero e proprio polmone verde della città ed è la meta preferita di chiunque voglia passeggiare a contatto con la natura senza allontanarsi troppo dal contesto urbano. Sono moltissimi i percorsi e le aree verdi destinate a chi ama stare all’aria aperta, praticare sport o semplicemente intrattenersi nelle belle giornate di sole, godendo della bellezza e della mitezza del clima. All’interno del parco sono presenti numerosissime specie vegetali: fiori, piante ed alberi tipici della macchia mediterranea come pini, lecci, carrubi, mirti e tanti altri. Percorrendo il sentiero si arriva alla parte più bassa dove si incontrano numerosi larghetti artificiali, che ospitano oche, tartarughe, anatre e cigni. Nelle aree verdi circostanti numerosi pavoni, divenuti ormai il simbolo del parco, la fanno da padrona. Dalla cima di questo bel parco, proprio accanto alla statua di San Francesco, si può godere di un panorama unico che spazia dal golfo degli angeli fino ai monti di Capoterra, con l’intera città di Cagliari e le sue architetture del centro storico in bella vista.
Mercato Civico di San Benedetto
E' il mercato cittadino per eccellenza in cui si trova davvero di tutto. Inaugurato nel 1957 e con oltre 8000 metri quadri di esposizione, oggi è divenuto una vera e propria attrazione turistica. Nella sua enorme area coperta, in uno spazio distribuito su due piani, sono esposti in bella vista prodotti alimentari di ogni genere. Sono oltre 200 gli espositori che già di buon mattino offrono alla clientela una vastissima scelta di beni di ogni genere. Pesce, molluschi, frutta e verdura fresche di stagione, pane, formaggi e specialità tipiche sarde che spaziano dal dolce al salato. Le merci esposte all'interno del mercato sono un vero e proprio manifesto dell'eccellenza e della tipicità di ciò che è prodotto e coltivato su questa fantastica isola. Una passeggiata tra le varie bancarelle è come un viaggio culinario senza tempo, accompagnato dalla simpatia, dalla cordialità e dalla professionalità di chi espone con tanto orgoglio i vari prodotti del territorio. L'offerta alla clientela non si limita solo all'esposizione alimentare; da qualche tempo, è infatti, possibile degustare in loco tali prelibatezze attraverso un'ampia offerta culinaria, con assaggi e degustazioni. Molto apprezzata dai turisti è la consumazione del fritto misto di pesce, cucinato al momento, dell'assaggio di formaggi tipici, del pane o dei dolci. Dopo queste premesse è piuttosto difficile visitare il mercato ed uscirne a mani vuote!