Lecce, guida di viaggio
Definita la "Signora del Barocco" è la città che meglio caratterizza il suo stile, che si caratterizza nella sua pietra calda e chiara, che risplende nei bei palazzi, nei portali, nelle chiese e nei monumenti del suo splendido centro storico. Basta attraversare porta Napoli per addentrarsi nella parte più antica ed immergersi tra i vicoli per respirare quella tipica atmosfera suggestiva che rende unica l'esperienza di ogni visitatore. Conosciuta anticamente con il nome di Lupiae, Lecce ha attraversato diverse epoche storiche che hanno lasciato un'indelebile traccia dal punto di vista storico, artistico e culturale. Piazza Sant'Oronzo ne è l'esempio più evidente, con una stratigrafia che ha lasciato il segno evidente della storia millenaria che la città si è lasciata alle sue spalle. E' proprio qui che si affaccia la splendida Cattedrale, con la statua del santo patrono che protegge i Leccesi dall'alto della facciata.
Ma Lecce non è solo storia; la sua straordinaria posizione geografica la rende una meta di attrazione turistica favorevole come base per esplorare anche le zone limitrofe; il Salento, con le sue meravigliose spiagge, la cucina, le tradizioni e la musica popolare è la meta ideale per una vacanza indimenticabile.
Cattedrale di Lecce
Sebbene dedicata a Santa Maria Assunta, il Duomo di Lecce è indissolubilmente legato al santo patrono della città, Sant'Oronzo, la cui statua spicca nella parte centrale al di sopra del portale, mentre ai suoi lati sono presenti i copatroni Giusto e Fortunato.
La chiesa è uno straordinario esempio di barocco leccese, caratterizzato dalla calda pietra dai riflessi caldi di color ocra. La sua fondazione risale al 1114 e fu ricostruita più volte, nel 1230 e nel 1659, quando assunse l'attuale aspetto barocco. Fu il vescovo della città Luigi Pappacoda che affidò i lavori di esecuzione all'architetto Francesco Antonio Zimbalo, che operò copiosamente in tutta la città ed in altre città del Salento, contribuendo al rinnovamento barocco di numerosi centri religiosi della Puglia. Motivo di questo rinnovamento fu legato alla rinnovata fede nei confronti di Sant'Oronzo, che aveva salvato la popolazione leccese a seguito dell'epidemia di peste del 1656.
Il Duomo è affiancato da un altissimo campanile e presenta tre facciate, una grande che si affaccia sulla piazza ed altre due laterali, con i relativi ingressi alle navate. La navata centrale è caratterizzata da dodici grandi pilastri, come riferimento ai dodici apostoli della Chiesa. Il transetto si incrocia mediante un enorme arco di marmo policromo dorato, che contribuisce a donare luce a tutto lo spazio interno. Alla sua sommità è riposto il busto di Sant'Oronzo.
Moltissime sono le opere d'arte custodite all'interno della Cattedrale; i dodici altari sono ricchi di dipinti, ciascuno raffigurante il santo a cui esso è dedicato. L'altare maggiore, in bronzo e marmo è dedicato all'Assunta ed è un notevole esempio di scuola artistica napoletana. La cripta, fu rinnovata nel XVI secolo da ricche famiglie di mercanti e commercianti provenienti dal centro e dal nord Italia. Secondo la tradizione il succorpo doveva custodire le reliquie di Sant'Oronzo e degli altri patroni, ma tali resti non sono mai stati ritrovati.
Piazza Sant'Oronzo
È la piazza centrale di Lecce, vero e proprio cuore pulsante su cui si affaccia la Cattedrale, con la statua di Sant'Oronzo benedicente che benedice quotidianamente i leccesi che la popolano a tutte le ore del giorno e della sera. Al centro vi è un celebre mosaico con una lupa nera portafortuna. È il classico simbolo di Lecce, poichè l'animale è seduto proprio al di sotto di un grande albero di Leccio. Camminarci sopra è un passaggio irrinunciabile per i turisti poichè si dice che porti fortuna a chiunque ne calpesti la figura.
La piazza è il risultato di una serie di stratificazioni che si sono succedute nel tempo, a partire dal periodo più antico della città, ovvero quello romano. L'Anfiteatro che si incontra su di un lato ne è l'esempio perfetto. Fu ritrovato a seguito dei lavori di costruzione dell'edificio della Banca d'Italia, agli inizi del Novecento.
Piazza Sant'Oronzo è anche circondata da tantissimi altri palazzi storici; un insieme di architetture contrastanti di diverse epoche storiche, che di certo non tendono ad armonizzare il contesto, ma indubbiamente rendono la piazza un vero e proprio manuale di storia dell'architettura, spaziando dal periodo romano, passando da quello barocco fino all'arte del secolo scorso. Oltre alla già citata Cattedrale, vi sono le due chiese di Santa Maria delle Grazie e San Marco. Tra gli edifici civili, invece, spicca il Palazzo del Sedile, sede dell'antico seggio nel XVI secolo. Sede del Municipio fino al 1951, oggi è sede di esposizioni e mostre d'arte antica e contemporanea.
Anfiteatro romano
Risale all'età augustea e si trova oggi all'interno della bellissima piazza dedicata a Sant'Oronzo. Insieme al teatro romano è il monumento più importante che sancisce l'importanza dell'antica città romana di Lupiae. A partire dalla fine del I secolo a.C. infatti la città fu interessata da uno sviluppo urbanistico che vide la costruzione di numerosi palazzi, strutture ed edifici monumentali.
Con un'arena lunga oltre 53 metri poteva ospitare circa 25000 spettatori, che assistevano prevalentemente agli spettacoli dei gladiatori che si tenevano all'interno di edifici di questo genere. La sua cavea era contornata da epigrafi e rilievi marmorei che raffiguravano varie scene di combattimento tra uomini ed animali. Ciò non esclude la sicura organizzazione delle venationes, ovvero combattimenti che si tenevano tra animali feroci o tra combattenti ed animali. Un sistema di scale e rampe laterali conduceva gli spettatori agli spalti, che in genere erano ricoperti da una copertura in lino (velarium) che veniva spiegata durante le giornate assolate o piovose, in modo tale da fornire la giusta protezione a chiunque assisteva agli spettacoli.
L'anfiteatro venne completamente alla luce solo agli inizi del '900, durante i lavori di realizzazione della Banca d'Italia. Oggi è visibile circa un terzo della struttura originaria. Dal 2014 è gestito dal Ministero dei beni e le attività culturali insieme al Polo museale della Puglia.
Teatro romano
A differenza dell'Anfiteatro, il Teatro era il luogo adibito a spettacoli di vario genere, principalmente tragedie e commedie o spettacoli musicali. Questi ultimi erano favoriti dall'ottima acustica che offriva la struttura, così come avviene spesso nei teatri greco-romani di età classica. Nel caso di Lecce si tratta di una struttura massiccia, in parte scavata nella pietra locale che riusciva, con la sua cavea, a contenere un numero di spettatori che si aggirava intorno alle 5000 persone. Il teatro era occupato in parte dalla scena e dall'orchestra, ma si ipotizza anche un "backstage" che doveva raggiungere un'altezza di addirittura venti metri. Anche in questo caso l'opera edilizia rientra nei lavori di ampliamento dell'antica città romana, che proprio a cavallo tra la Repubblica e l'Impero gode di un periodo di particolare sviluppo, soprattutto sul piano urbanistico. Sempre più frequenti erano le richieste e le esigenze dei cittadini, che desideravano nella loro città un luogo adibito all'intrattenimento, ai concerti e agli spettacoli culturali.
Nel 1940 fu scoperta una statua dalle dimensioni colossali rappresentante un imperatore vestito con abiti da parata. Sfortunatamente sono stati ritrovati solo alcuni frammenti e si ipotizza che il personaggio rappresentato fosse Adriano oppure Traiano. Per ironia della sorte la statua fu letteralmente abbandonata a sé stessa in una parte del teatro, ritornata al suo originale splendore solo nel 2014 dopo un intervento di recupero.
Porta Napoli
Questa porta monumentale delimita l'ingresso al centro storico di Lecce, insieme a Porta San Biagio e Porta Rudiae. Oggi si trova nei pressi della piazzetta Arco di Trionfo. Originariamente da questo luogo si procedeva verso la via consolare che giungeva anticamente fino a Napoli. La porta fu eretta nel 1548, al tempo dell'Imperatore Carlo V, sui resti dell'antica porta dedicata a San Giusto. È caratterizzata da un grande arco centrale a tutto sesto e due colonne laterali che sorreggono un timpano, in cui è riprodotto proprio lo stemma di Carlo D'Asburgo. Al di sotto del frontone vi è un'iscrizione commemorativa che celebra il potere dell'Imperatore e le sue doti da condottiero, celebrato principalmente per una delle sue vittorie contro i Turchi, che proprio in quel periodo stavano mettendo a ferro e fuoco gran parte della fascia costiera Adriatica. Il portale fu progettato da Gian Giacomo dell'Acaya, ingegnere ed architetto militare del XVI secolo, già noto a Lecce per aver collaborato e progettato parte del Castello di Carlo V. Di recente è stata oggetto di un importante intervento di riqualificazione, che ha permesso anche di portare alla luce alcuni resti di sepolture di età messapica ritrovate nei dintorni.
Castello Carlo V
Il Castello di Lecce fu costruito nel 1537 su ordine di Carlo V, che emanò l'ordine di demolire il vecchio baluardo difensivo e costruirne uno più solido e moderno, adeguandolo alle progressive innovazioni belliche del suo tempo. Il progetto fu affidato all'architetto Gian Giacomo dell'Acaya e ben presto il castello divenne il simbolo indiscusso del potere e della gandezza imperiale, oltre che luogo adibito a difendere la città dagli eventuali assedi dei nemici. La struttura si compone di un corpo centrale dalla forma quadrangolare delimitato da torri laterali. Il percorso di visita permette oggi di ammirare gran parte dei suoi ambienti, a cominciare dalla porta d'accesso, la Porta Reale, a cui si accedeva attraverso il passaggio di un ponte levatoio. Giunti all'interno si sale in alto sul camminamento di ronda, dove è possibile intravedere i massicci bastioni difensivi posti ad ogni lato del maniero. Interessanti sono le tracce antiche del periodo medioevale, situate all'interno della chiesa di Santa Barbara. La maggior parte di esse risalgono prevalentemente al periodo normanno-svevo. La visita alle prigioni ed al piano nobile localizzato al piano superiore consente di conoscere ed approfondire la storia del maniero e dei personaggi che vi hanno abitato. La sala del trono di Maria d’Enghien è una delle più importanti; un grande salone originariamente coperto da affreschi ed arazzi che venne adibito a sala per le funzioni e le cerimonie più importanti. Sul suo soffitto è possibile ammirare lo stemma della casata nobiliare dei Toledo-Osorio.
Il castello oggi propone numerose visite guidate per i propri visitatori ed è sede di numerose mostre ed eventi culturali che si tengono stabilmente all'interno delle sue ampie sale.
Museo Faggiano
Il Museo ha sede in un edificio privato che si trova nel bel mezzo del centro storico di Lecce. Esso custodisce una serie di importanti testimonianze risalenti al periodo più antico della storia di Lecce. Si tratta, infatti, di un importante museo archeologico aperto a seguito di una fortuita casualità. Nel 2001, a seguito di alcuni lavori di ristrutturazione richiesti dal proprietario dell'immobile, Luciano Faggiano, furono scoperte alcuni resti antichi in cui si possono leggere oltre 2000 anni di storia dislocate su quattro piani. Il piano originario dell'imprenditore di voler aprire una trattoria fu sradicato dall'importanza dei ritrovamenti che man mano stavano venendo a luce nel corso dei lavori. Fu lo stesso Faggiano a voler finanziare personalmente le ricerche continuando gli scavi nell'area sottostante. Fu così che ben presto si avvertì l'esigenza di rendere note le ricerche svolte fondando un piccolo museo a gestione familiare che sin dall'inizio ha riscosso un grandissimo successo. Il percorso che consente di ricostruire la storia della città di Lecce, partendo dall'antichissimo e misterioso popolo dei Messapi fino alle testimonianze di epoca medioevale e moderna. Sono state messe alla luce antichissime tombe, i resti di un cimitero, di un granaio ed alcuni ambienti di un antico monastero francescano del XVI secolo.
Abbazia di Santa Maria di Cerrate
Una via di mezzo tra luogo di culto e masseria storica. L'Abbazia di Santa Maria di Cerrate era un monastero preposto alla produzione agricola e specializzato principalmente nella lavorazione delle olive e nella produzione di olio. È un luogo simbolo che identifica certamente l'identità rurale pugliese, poiché nel percorso di visita ci si può addentrare nella tipica ambientazione contadina di una masseria pugliese.
Il monastero nacque originariamente come luogo preposto al culto di matrice bizantina. La sua fondazione si attesta tra la fine dell'XI secolo e gli inizi del secolo successivo. In seguito divenne una delle abbazie più importanti di tutta l'Italia meridionale, situata in prossimità dell'antica strada romana che collegava le città di Brindisi, Lecce ed Otranto.
Nel 1581 divenne parte delle proprietà dell'Ospedale degli Incurabili di Napoli, arricchendosi di una zona rurale che comprendeva stalle, frantoi un mulino e degli alloggi per i coloni che vi lavoravano all'interno.
Il percorso attuale di visita permette proprio di esplorare tutti questi ambienti, includendo naturalmente la zona del monastero vero e proprio, che ancora oggi conserva dei meravigliosi affreschi di stampo bizantino ed un notevole esempio di architettura romanica pugliese, visibile soprattutto nella splendida Chiesa di Santa Maria di Cerrate.
Museo Ferroviario della Puglia
Dal 1952 il Palazzo è sede del museo Casa Romei, un museo statale che custodisce ed accoglie opere d'arte di vario genere, provenienti prevalentemente da monasteri o chiese andate distrutte o soppresse a seguito dell'Unità d'Italia. Nomi importantissimi come quelli legati a Donatello, Alfondo Lombardi, Gregorio di Lorenzo e molti altri rendono questo museo davvero imperdibile, in aggiunta alle splendide decorazioni e alla notevole architettura del complesso, sotto il nome dell'architetto Pietrobono Brasavola.
L'edificio prende il nome dal suo fondatore, il mercante Giovanni Romei, che nella seconda metà del Quattrocento la ristrutturò e la ampliò in occasione delle seconde nozze con la benestante Polissena d'Este. A quel tempo fu considerata una delle più belle residenze di Ferrara, sempre frequentata da nobili, artisti e mercanti, com'era solito nelle tipiche corti rinascimentali di quel periodo.
Alla morte del proprietario il complesso fu donato in eredita alle monache che risiedevano nell'adiacente monastero del Corpus Domini. Fu il cardinale Ippolito d'Este che decise di ampliarla adattandola alle nuove esigenze monastiche, cercando comunque di preservarne l'assetto originario. Nonostante i numerosi cambiamenti e lo scorrere del tempo, la casa custodisce ancora oggi le tipiche forme di una tipica e lussuosa residenza di epoca rinascimentale. Particolarmente suggestivi sono il cortile d'onore, la sala delle Sibille e dei Profeti ed i numerosi ambienti affrescati, che ne fanno di questo luogo un unicum nel suo genere.
Litorale Salentino
50 chilometri di strade panoramiche ed incontaminate, lontane ancora dallo sviluppo antropico ed urbanistico fanno del litorale salentino uno dei luoghi più belli e suggestivi d'Italia, trasformando questa strada in una delle più belle della penisola. Spiagge suggestive, scogliere e promontori a picco sul mare creano un itinerario davvero indimenticabile, da percorrere in auto o in moto nelle belle giornate primaverili o estive, da Otranto a Leuca e viceversa. Un paesaggio dove a dominare è la natura e la tipica macchia mediterranea. Di tanto in tanto lungo il percorso si intravedono torri di avvistamento di epoca passata o antiche masserie, che sottolineano la vocazione rurale di questo splendido territorio. Nelle giornate di cielo terso è addirittura possibile osservare la costa dell'Albania. Un percorso decisamente affascinante e ricco di luoghi da esplorare, così come da immortalare sicuramente con la macchina fotografica.