Palermo, guida di viaggio
Con i suoi toni caldi, i quartieri popolari e la bellezza senza tempo dei suoi edifici, Palermo cela mille sorprese che si nascondono ad ogni angolo della città. Le sue contaminazioni arabe, normanne, bizantine e sicule si mescolano in un’armonia di colori, suoni, profumi e sapori che rappresentano la quintessenza della bellissima Sicilia. La sua posizione strategica ha consentito a diversi popoli di impiantarsi, lasciando un segno tangibile che è stato ereditato sino ai giorni nostri. Segno manifesto nelle meravigliose architetture dei tanti palazzi nobiliari, delle chiese bizantine, delle piazze, delle strade e delle case che racchiudono il nucleo del centro storico. Una grande spianata di bellezza mediterranea che va scoperta tutta d’un fiato, attraverso una full immersion di cultura mediterranea ed isolana che contraddistingue questa multietnica e popolosa città. Capoluogo e capitale della Sicilia, Palermo va visitata da cima a fondo, senza una meta precisa, ma perdendosi tra i suoi vicoli, percorrendone le strade fino a raggiungerne i suoi confini, spaziando anche nei suoi dintorni, tra Cefalù, Monreale, Mondello, Bagheria ed altre imperdibili mete che nascondono innumerevoli sorprese.
Palazzo dei Normanni
Annoverato tra le più antiche residenze di tutta Europa, il Palazzo dei Normanni si trova nel pieno centro di Palermo, in Piazza del Parlamento. Fu dimora ufficiale dei sovrani del Regno di Sicilia e sede imperiale sotto gli imperatori Federico II di Svevia e Corrado IV. Nei suoi sotterranei sono ancora visibili i resti dei primi insediamenti, quelli legati alle strutture cartaginesi, che scelsero la Sicilia come base commerciale per i loro traffici e commerci marittimi. Con il passare dei secoli e delle successive dominazioni, il nucleo originario va a sovrapporsi di una serie di interventi ed aggiunte che furono inserite sulla base delle diverse esigenze dei vari reggenti. Da fortezza difensiva bizantina ed araba, divenne finalmente struttura palaziale con la conquista normanna di Palermo da parte di Ruggero I, nell’XI secolo. I Normanni conservarono le antiche strutture islamiche mantenendo una linea architettonica di stampo mediterraneo e maghrebino, che va riconosciuta come architettura arabo-normanna. Si tratta di un principio stilistico che contraddistingue la maggior parte degli edifici normanni in Italia meridionale.
La visita al Palazzo, oltre agli appartamenti reali e alla sontuosa Sala d’Ercole, comprende una sosta presso la meravigliosa Cappella Palatina, la chiesa palaziale voluta da Ruggero II dopo la sua incoronazione, nel 1130. L’interno costituisce una vera e propria fusione tra elementi occidentali ed orientali, generati dalla collaborazione di artisti e maestranze provenienti da varie parti del Mediterraneo e che corrispondono alla politica di tolleranza perpetrata dal re Normanno a quel tempo. I grandi mosaici dorati e le cupole bizantine la rendono così maestosa che lo stesso Guy de Mupassant, dopo averla visitata, ne rimase colpito al punto tale da definirla la chiesa più bella del mondo.
Cattedrale di Palermo
La Cattedrale di Palermo, dedicata alla Santa Maria Vergine Assunta, è l’edificio di culto più importante della città. È sede arcivescovile della Diocesi metropolitana. Le sue origini risalgono al XII secolo, sebbene la sua architettura oggi si presenta come una commistione tra vari stili architettonici che si sono aggiunti nel corso dei secoli. La Chiesa riassume le caratteristiche essenziali di varie epoche storico artistiche, a partire dalla prima fase arabo-normanna, la gotica, sino alle più recenti aggiunte tardo barocche del XVIII secolo. All’esterno vi è un grande pronao con un portale in stile gotico-catalano che precede l’ingresso alla Chiesa. Sopra il portale vi è un bel mosaico della Vergine che si data intorno al 1200.
All’interno della Cattedrale sono presenti le tombe che contengono le sepolture dei sovrani siciliani. Una delle più importanti è sicuramente quella dell’Imperatore Federico II, rivestita da un prezioso porfido rosso e sormontata da un solenne baldacchino. Altra tomba degna di essere menzionata è quella che custodisce le spoglie di un personaggio molto importante per la storia della Sicilia: l’Imperatrice Costanza d’Altavilla, figlia di re Ruggero II il Normanno nonché madre di Federico II. Lungo il lato destro della Chiesa si accede alla famosa Cappella di Santa Rosalia, patrona di Palermo. Realizzata nel ‘600, ospita all’interno di una teca d’argento le sacre reliquie della Santa. Sulle pareti sono narrate scene legate alla vita di Rosalia, nonché l’ingresso trionfale dei suoi resti nella città di Palermo.
La Cattedrale conserva anche opere di grande valore storico artistico. Sull’altare, detto del Crocifisso, vi è una bellissima scultura lignea del Cristo, datata XIV secolo e donata alla Cattedrale da Manfredi Chiaramonte. Ai suoi piedi un pregevole gruppo scultoreo di tre statue della Madonna, San Giovanni e la Maddalena. Pregevole è anche il ciborio seicentesco, ornato da pietre preziose e lapislazzuli.
Duomo di Monreale
Il Duomo di Monreale fu costruito nel 1174 per volere di Guglielmo d’Altavilla, durante l’epoca di dominazione normanna della Sicilia. Originariamente annesso ad un monastero benedettino, oggi è un’imponente cattedrale facente parte della città metropolitana di Palermo. L’esterno è caratterizzato da un grande portale preceduto da un portico e due torri, di cui una trasformata in campanile. Gli elementi architettonici, i fregi e le decorazioni sono tipici dell’arte arabo-normanna di XII secolo. Gli archi intrecciati, le tarsie marmoree e le colonnine sottili ne costituiscono l’esempio lampante, che ritroviamo nella maggior parte degli edifici religiosi e civili dell’Italia meridionale eretti nel periodo di dominazione normanna.
Varcato l’ingresso della cattedrale ci si trova dinanzi ad un capolavoro artistico che non ha eguali in tutto il periodo coevo. Ciò che sbalordisce alla vista è certamente la decorazione, principalmente poiché è realizzata da un numero impressionante di mosaici, che formano una superficie di oltre 6000 metri quadri. Si tratta di una decorazione davvero unica nel suo genere, che impreziosisce interamente le tre navate della chiesa, donandole una luminosità impressionante grazie al fondo oro utilizzato lungo tutte le superfici, riflettendo lo stile che contraddistingue tutta l’arte bizantina. Notevole è la grande immagine del Cristo Pantocratore sull’altare centrale, che si impone maestosamente ai fedeli compiendo un gesto di benedizione alla maniera greca con la mano destra, mentre nell’altra reca il libro del Vangelo. Lungo le pareti sono narrate scene del vecchio e del nuovo testamento, mentre nelle absidi laterali scene e ritratti degli apostoli Pietro e Paolo.
La Martorana
La costruzione della Chiesa di Santa Maria dell’Ammiraglio, meglio conosciuta come la “Martorana”, fu iniziata alla metà del XII secolo. Giorgio di Antiochia, ammiraglio del Regno di Sicilia in quel tempo, volle edificare questo monumento sacro come segno di ringraziamento alla Madonna, per la protezione a lui concessagli durante le sue spedizioni marittime.
La struttura della chiesa risente fortemente di un'impostazione artistica di matrice bizantina. La ricchezza degli ambienti interni, la sovrabbondanza di oro e di mosaici preziosi costituiscono l’esempio più calzante di un’arte siciliana intrisa di influssi culturali derivanti dai contatti commerciali avvenuti con la parte orientale del Mediterraneo.
Il grandioso ciclo di mosaici che riveste le pareti interne della struttura offre all’osservatore un complesso schema iconografico ed una lettura che permette di individuare i simboli del potere civile e religioso che dominavano la scena siciliana di quel periodo. Esempio lampante è l’incoronazione di re Ruggero Il, re del regno di Sicilia, avvenuta nel 1130 nella cattedrale di Palermo. Nel mosaico il sovrano viene incoronato direttamente dal Cristo, un po’ come a ribadire il diretto volere divino senza la partecipazione di nessun altro intermediario. Un’interpretazione fortemente simbolica che accentuava ancor di più il potere ed il predominio normanno su tutta l’Italia meridionale del XII secolo.
La chiesa si contraddistingue per la molteplicità di stili; nel periodo barocco, infatti, furono abolite alcune strutture preesistenti che modificarono notevolmente l’aspetto medioevale dell’edificio. Venne creato un nuovo portale e create alcune cappelle aggiuntive, decorate da pregevoli marmi ed affreschi.
Mercato di Ballarò
Il mercato di Ballarò è uno dei più antichi e tradizionali mercati alimentari di Palermo, ubicato in pieno centro storico. Esso si estende da piazza Casa Professa ai bastioni di corso Tukory. Le origini del nome risalgono al X secolo, quando la Sicilia era nelle mani degli Arabi. L'’isola, infatti, fu assoggettata dagli islamici definitivamente nel 965, facendone cadere l’ultimo avamposto bizantino. Ballarò deriverebbe dal nome di un villaggio situato nei pressi di Monreale, il “Balhara“, luogo di provenienza dei mercanti arabi che ogni giorno si recavano a vendere le loro mercanzie a Palermo. Ancora oggi si avverte la sensazione di essere immersi in un classico souk arabo; percorrendolo a piedi ci si immerge completamente nei colori, nei profumi e nei rumori che si spargono e si perdono tra le fitte bancarelle che “invadono” quasi gli stretti vicoli dello storico quartiere palermitano. Ogni giorno migliaia di persone, tra locali e turisti, si imbattono in ciò che si può definire l’entità mediterranea della città, quella che si manifesta con l’abbondanza, il calore e la vivacità dei suoi elementi caratterizzanti. Lo “street food” con i prodotti tipici, le primizie gastronomiche che provengono dalle campagne circostanti, l’ostentazione della varietà di pesce freschissimo esposto sui vari banchi del mercato e, non ultimo, il vociare chiassoso dei venditori, la modalità utilizzata da secoli per attirare l’attenzione dei visitatori.
Teatro Massimo
Il Teatro Massimo di Palermo è un teatro lirico in stile neo classico. È considerato, per le sue dimensioni, il più grande ed uno dei più importanti in Italia. Ha una superficie complessiva di 450 mq e riesce ad ospitare fino a 3200 spettatori. Vanta di una delle acustiche migliori al mondo grazie alla possente struttura a ferro di cavallo, che ne crea una solida cassa armonica. La grande sala è formata da cinque ordini di palchi ed un loggione. La platea presenta un soffitto mobile con vari pannelli lignei affrescati. La sala pompeiana, la cosiddetta “rotonda mezzogiorno” è, come da progetto, stata realizzata in modo leggermente asimmetrico, in modo tale da creare un particolarissimo effetto di risonanza. Chi si trova al centro della sala ha la percezione di udire il riverbero della sua voce amplificata più del normale.
Il teatro fu completato nel 1897 su progetto originale dell’architetto Giovan Battista Basile. La monumentale facciata esterna rimanda ai grandiosi edifici classici; l’ingresso è preceduto da un grande pronao e sormontato da un’ampia cupola. All’interno si trovano sale di rappresentanza, gallerie e scaloni monumentali. L’inaugurazione ufficiale avvenne con una grande celebrazione e la messa in opera del Falstaff di Giuseppe Verdi, un’opera molto attesa ed amata dai palermitani. Ad esibirsi un giovanissimo tenore che verrà considerato uno dei massimi cantanti lirici di tutti i tempi: Enrico Caruso.
Gli amanti del cinema che visiteranno il teatro riconosceranno una delle tante scene del celebre film “Il Padrino” - Parte III, quando il personaggio Michael Corleone si reca al teatro ad assistere il debutto di suo figlio durante la rappresentazione dell’opera di Mascagni, la Cavalleria Rusticana.
Fontana Pretoria
Sicuramente la fontana più celebre di Palermo. Oggi è parte integrante del suo contesto urbano, sebbene in origine non fu commissionata per il capoluogo siciliano. Fu realizzata, infatti, a Firenze nel 1554, dall’architetto Francesco Camilliani. In un primo momento venne commissionata per adornare il ricco giardino del palazzo del fratello della granduchessa Eleonora di Toledo. Nel 1581 venne acquistata dal Senato Palermitano e collocata in Piazza Pretoria, che ha preso il nome dalla fontana. Il costo complessivo dell’acquisto si aggirava intorno ai 30000 scudi. L’enorme fontana venne trasferita a Palermo smontata in 644 pezzi e riallestita formando l’assetto attuale visibile ancora oggi. I gruppi principali sono realizzati in marmo di Carrara. Al primo livello della fontana sorgono quattro grandi vasche, con alcuni personaggi simbolici, mitologici e sacri; pesci, delfini, divinità e soggetti sacri animano la struttura in modo variegato e vivace. Immancabile è la presenza di Santa Rosalia, protettrice e patrona della città.
Non tutti sanno che questa fontana è altresì conosciuta come la “fontana della vergogna”, a causa della palese ed ostentata nudità delle figure, che provocò scandalo e stupore tra gli abitanti. Si dice, in realtà, che questo appellativo sia stato attribuito al costo eccessivo che il Senato versò a spese delle casse comunali, iniziativa che non fu affatto gradita dai cittadini.
Le Catacombe dei Cappuccini
Legate al monastero dei Cappuccini di Palermo, le catacombe vennero fondate nel 1599 come luogo adibito ad ospitare le salme dei frati cappuccini, trasferitisi a Palermo nel 1534. Ciò che contraddistingue questo cimitero, apparentemente analogo a tante altre sepolture monasteriali, è sicuramente lo stato in cui versano i corpi, in perfetto stato di conservazione. Al punto tale da rendere la visita alle catacombe un’esperienza unica e sicuramente suggestiva, non adatta a chi è facilmente impressionabile. Sono circa 45 i corpi dei frati che occupano le ampie gallerie dello spazio sotterraneo. Ancora vestiti del loro saio, pongono in evidenza gli usi, le tradizioni ed i costumi della società palermitana a partire dal Seicento fino alla fine dell’Ottocento, poco prima della chiusura del cimitero. Al primo nucleo di frati, con il tempo, se ne aggiunsero altri che vennero imbalsamati ed accolti in un luogo dove potessero essere visitati e compianti dai loro cari, creando un vero e proprio “corridoio” della morte, piuttosto macabro ma che evidenziava la fugacità della vita e la fragilità del corpo, che con il tempo tende a deteriorarsi. Il messaggio che si soleva comunicare era piuttosto circoscritto all’importanza dell’anima ed al suo ricongiungimento con Dio dopo la morte.
Tra le tante salme che ospitano le catacombe, ve n’è una molto inusuale; l’ultima ad essere accolta al cimitero, nella prima metà del secolo scorso. Così ben preservata da essere stata considerata la “mummia più bella del mondo”. Si tratta di Rosalia Lombardo, chiamata anche la “bella addormentata di Palermo”. Rosalia era una bambina di soli due anni, morta tragicamente nel 1920 ed imbalsamata per volere della famiglia dal medico Alfredo Salafia, che impiegò dei metodi piuttosto all’avanguardia. La sua formula segreta si basava su una sostanza creata dall’unione di vari composti chimici, iniettati all’interno dei vasi sanguigni perché si diffondesse capillarmente nei tessuti preservandoli dalla decomposizione. Questa tecnica ha, infatti, permesso al suo corpicino di rimanere immutato nel tempo e di renderne la sua memoria immutata nel tempo, così come aveva espresso volontariamente il padre di Rosalia.
Galleria regionale Palazzo Abatellis
Situato nell’antico quartiere arabo della Kalsa, è un antico palazzo nobiliare sede della Galleria nazionale della Sicilia dal 1954. Originariamente fu sede del nobile palermitano Francesco Abatellis, che fu autore di antichi portolani (ovvero di carte nautiche). La sua residenza, con la complessa architettura e il bel portale in pietra, costituisce un tipico esempio di architettura gotico catalana. Alla sua morte la residenza venne trasformata in monastero, per volere della sua consorte. Gravemente danneggiato a seguito dei bombardamenti della seconda guerra mondiale, fu successivamente rinnovato ed adibito a museo. È uno dei più importanti di tutta la Sicilia poiché sono esposte opere di pittori locali, nazionali ed internazionali. Nelle sue sale sono conservate opere di soggetto prevalentemente sacro. Molte di esse, infatti, furono trasportate da chiese e monasteri a seguito delle varie soppressioni degli ordini religiosi condotte a seguito dell’Unità d’Italia. Le collezioni spaziano in un periodo storico che parte dall’Alto medioevo fino al periodo barocco. Di notevole importanza è la sala interamente dedicata al pittore Antonello da Messina, dove spicca al centro la bellissima tela dell 'Annunziata, realizzata nel XV secolo. L’opera, che si trova al centro della sala, riveste un’importanza fondamentale per ricostruire la storia e lo stile artistico del grande maestro, costituendone il pezzo forte di tutta la collezione museale.