Ravenna, guida di viaggio
Divenuta celebre per essere stata la prima capitale dei regni romano barbarici in Italia, Ravenna vanta in realtà di una storia ben più antica. Fu fondata in età preromana e divenne un importantissimo e strategico centro militare e commerciale, soprattutto a partire dalla prima età imperiale. Sotto l'imperatore Augusto la città fu dotata di una rete di infrastrutture del grande porto di Classe, principale riferimento per la flotta di Roma.
Dopo la caduta dell'Impero romano fu conquistata dal celebre re degli Ostrogoti Teodorico, che contribuì decisamente a migliorarla e a trasformarla in una vera e propria capitale, governandola con saggezza ed abbellendola di numerosissime chiese e monumenti. Celebre il suo monumento funebre, il cosiddetto mausoleo di Teodorico.
Ravenna è inserita nella lista del patrimonio mondiale con Unesco, con ben 8 edifici che riflettono la ricchezza ed il prestigio che la città ha attraversato nel corso dei secoli, divenendo capitale per ben tre volte. Il centro storico, molto raccolto e quasi interamente pedonale, concentra la maggior parte delle chiese e dei monumenti che ancora oggi conservano al loro interno splendide decorazioni a mosaico, caratteristica imprescindibile dell'arte bizantina e che ne fanno di Ravenna la vera e propria capitale. Qui l'arte del mosaico ha trovato la sua piena espressione, come testimoniano le meravigliose tessere policrome che illuminano gli ambienti delle principali chiese paleocristiane della città.
Dal punto di vista geografico, Ravenna dista a pochissimi km dalla riviera adriatica, con note località di mare che consentono agli amanti dell'arte di poter anche dedicarsi al relax ed al turismo balneare, esplorando le numerose spiagge bandiera blu che percorrono gran parte della riviera adriatica.
Basilica di San Vitale
La Basilica di San Vitale è uno dei simboli e dei monumenti più importanti e significativi di Ravenna. Per la sua bellezza e la sua importanza storica è stata inserita nella lista dei beni Unesco nel 1996.
La maestosa chiesa rappresenta uno dei luoghi di culto più famosi dell'Occidente paleocristiano. Ha una pianta ottagonale con una cupola molto alta, che riprende mediamente il modello generico delle chiese paleocristiane di questo periodo, come la Chiesa di San Lorenzo a Milano o la celebre Santa Sofia a Costantinopoli. Il suo interno cela uno straordinario esempio di arte bizantina che trova riscontro nella bellezza dei suoi mosaici.
La costruzione della chiesa iniziò nel 526, durante il periodo di dominazione gota di Ravenna. Venne terminata solo venti anni dopo, ai tempi di Giustiniano. Fu edificata su una piccola cappella preesistente dedicata a San Vitale, uno dei primi martiri cristiani. Venne consacrata dal vescovo Massiminiano, che fu anche il committente delle splendide decorazioni che si trovano al suo interno.
La ricchezza e lo sfarzo delle bellissime decorazioni musive dell'abside, l'ampiezza interna degli spazi e la grande presenza di marmi ed oro lasciano chiunque varchi l'ingresso della chiesa a bocca aperta. L'intento di Massimiano era proprio quello di celebrare ll potere politico e religioso delle autorità ravennati. Le decorazioni spaziano da quelle di carattere evangelico dottrinale, con prevalenza di scene legate al nuovo testamento, a quelle più autocelebrative e simboliche. Esse trovano pieno riscontro nel ritratto degli imperatori Teodora e Giustiniano, con l’arcivescovo Massimiano sulla zona absidale della chiesa. Sul catino superiore spicca la celebre Teofania, ovvero la manifestazione di Cristo seduto sul globo accompagnato da una schiera di angeli. Ai lati dell'abside si trovano i cortei di Giustiniano e dell'Imperatrice Teodora, accompagnati da una schiera di soldati e personaggi vicini alla corte imperiale.
Mausoleo di Galla Placidia
Questo mausoleo fu costruito nel V secolo per volere della sorella dell'Imperatore Onorio, Galla Placidia. Donna molto devota ed amante dell'arte, decise di farsi costruire questo grande monumento funebre per ospitare le sue spoglie, insieme a quelle del marito Costanzo e del fratello Onorio.
L'esterno dell'edificio si presenta piuttosto semplice, ma al tempo stesso austero. Rivestito interamente da mattoni, è totalmente privo di decorazioni, al contrario di quello che, invece, si presenta all'interno, formando così un evidente contrasto che va interpretato simbolicamente come la suddivisione tra il corpo (il fabbricato esterno) e l'anima (la parte interna).
Tre grandi navate separano due file di dodici colonne assumendo la forma di una croce. Tutte le pareti sono interamente rivestite da mosaici, a testimonianza dell'opulenza imperiale che trova pieno riscontro a Ravenna in quel periodo. Ricchissime ed articolate sono le decorazioni, che vanno lette ed interpretate in senso ascensionale; oltre ai quattro evangelisti presenti sui pennacchi della cupola, sono tanti i personaggi, gli animali ed i simboli che prendono come riferimento essenziale le sacre scritture.
È molto probabile che le decorazioni musive siano state realizzate da maestranze costantinopolitane; Galla Placidia era un'assidua frequentatrice di Costantinopoli e ciò porta ad ipotizzare che ella stessa abbia potuto commissionare direttamente i maestri artigiani che operavano nelle tante botteghe del luogo. Le scene presenti nel mausoleo, infatti, rispecchiano pienamente i canoni artistici dell'arte bizantina, sebbene presentino alcune variazioni di tradizione romana che rimangono ben radicate a Ravenna in questo periodo.
Tomba di Dante Alighieri
Nel cuore della Ravenna antica sorge la tomba del padre della lingua italiana: Dante Alighieri. Fu in questa città che egli visse gli ultimi anni della sua vita, morendo nel 1321. La tomba è situata precisamente nella zona cosiddetta "del silenzio", nei pressi della Basilica e del convento di San Francesco, dove si tennero proprio i funerali del poeta e dove inizialmente fu custodito il suo corpo. Nel 1519 papa Leone X concesse ai fiorentini il permesso di recuperare i resti e riportarli nella sua città natale. Fu così che il sarcofago venne trasferito a Firenze, ma al momento della riesumazione della salma si scoprì che ie ossa erano sparite. Il sepolcro era, infatti, stato svuotato dai frati francescani che volevano detenere gelosamente a Ravenna le spoglie del sommo poeta.
Nel 1780, su commissione del Cardinale Gonzaga venne eretto un piccolo tempietto adibito ad onorare la memoria di Dante a Ravenna. Il mausoleo è in stile neoclassico, dalle forme molto sobrie ed eleganti. L'interno è interamente rivestito di marmi e stucchi pregiati e conserva il sepolcro dove sono custodite le ossa del sommo poeta. Il sarcofago è sormontato da un bassorilievo che lo ritrae immerso nella lettura di un volume. In basso si può leggere un epitaffio in versi latini scritti dal poeta trecentesco Bernardo Canaccio.
Tra le varie curiosità legate a questo edificio, non tutti sanno che la tomba è illuminata perennemente da una lampada alimentata da olio delle colline toscane rifornito puntualmente dalla città di Firenze, come omaggio al più celebre fiorentino di tutti i tempi.
Basilica Di Sant'Apollinare in Classe
A soli 5 km da Ravenna è ubicato questo vero e proprio gioiello dell'arte paleocristiana, citato in tutti i libri di storia dell'arte medioevale. La Basilica di Sant'Apollinare in classe è una delle più maestose chiese di Ravenna e rientra tra i monumenti della città che sono stati dichiarati patrimonio dell'Unesco nel 1996. Il suo nome - in classe - deriva dalla denominazione dell'antico porto romano di Classe. A quell'epoca, infatti, il mare giungeva fino al luogo dove oggi sorge il complesso, che fu eretto giustamente in un punto strategico, legato agli scambi e alle rotte commerciali che si intraprendevano in tutto il mar Mediterraneo.
Dedicata al patrono Sant'Apollinare, primo vescovo di Ravenna, fu voluta fortemente dal vescovo Ursicino e finanziata dal banchiere greco Giuliano Argentario. La costruzione della chiesa fu mirata essenzialmente ad accogliere le spoglie del santo, fungendo così da Basilica cimiteriale.
La sua facciata, che in precedenza doveva essere preceduta da un grande quadriportico, supera i 30 metri di altezza ed è affiancata da un alto campanile in forma cilindrica. L'interno conserva ancora la maggior parte delle decorazioni originarie, nonostante i vari saccheggi, le depredazioni ed i danni subiti nel corso del tempo. Numerosi sono i mosaici policromi che ricorrono lungo le navate laterali, così come il magnifico rivestimento del catino absidale che mostra Cristo benedicente affiancato dai quattro Evangelisti. Al centro una grande croce gemmata con ai lati i profeti Mosè ed Elia, mentre più in basso, nella sfera terrena, vi è proprio Sant'Apollinare benedicente tra dodici pecorelle, a ricordare i dodici apostoli ma anche tutta la comunità religiosa di Ravenna.
Domus dei Tappeti di Pietra
Il ritrovamento di questo gioiello dell'archeologia è piuttosto recente, difatti fu scoperta solo nel 1993. Per la bellezza e la vastità del complesso, la domus è da segnalare come uno dei più importanti rinvenimenti archeologici italiani degli ultimi decenni. In un vastissimo ambiente sotterraneo, al di sotto della piccola chiesa di Sant'Eufemia, si trova questo importantissimo sito archeologico appartenente al periodo bizantino di Ravenna (V-VI secolo d.C.).
A circa 3 metri al di sotto del piano attuale di calpestio della chiesa vi sono i resti di un maestoso edificio privato, sicuramente appartenuto ad una nobile famiglia ravennate, a giudicare dalla preziosità e dalla ricchezza dei materiali utilizzati. La pavimentazione musiva ricopre una superficie di oltre 400 metri quadrati,
di cui si conservano oltre 14 mosaici pavimentali policromi in stile classico, con una grande quantità di scene figurate e un'altrettanta nutrita serie di decorazioni di stampo geometrico-floreale. Tra le tante va segnalato il mosaico della Danza dei Geni delle Stagioni, con quattro figure che danzano in cerchio rappresentanti appunto le quattro stagioni dell'anno ed il ritmo ciclico della vita. Di tutt'altro stile è, invece, il mosaico del Buon Pastore. L'iconografia del giovane pastore rappresenterebbe i tratti connotativi tipici dell'arte cristiana di questo periodo. Secondo un'altra interpretazione il soggetto potrebbe essere interpretato come il ritratto del dominus della casa, evidenziando i suoi possedimenti terrieri e la manifestazione della sua opulenza.
Mausoleo di Teodorico
Il Mausoleo rappresenta il segno tangibile lasciato dagli Ostrogoti a Ravenna. E' uno dei pochissimi esempi di arte romano-barbarica che si conservano ancora oggi in Italia. Ravenna divenne capitale del regno ostrogoto nel 493 e fu governata dal re Teodorico il grande, che morì proprio qui nel 526. E' proprio al di fuori delle mura della città che venne appunto costruito il grande mausoleo che avrebbe dovuto commemorare la sua persona. In quella stessa area doveva presumibilmente trovarsi anche il cimitero della città.
Le fonti incerte non permettono di verificare se sia stato lui stesso a commissionarlo o sua figlia Amalasunta, poco dopo la morte del padre.
Il mausoleo fonde elementi tipici dell'architettura imperiale romana con quelli barbarici. E' un edificio decisamente massiccio, dal peso di quasi 300 tonnellate, di forma austera ed imponente. Progettato a pianta dodecagonale, è costruito utilizzando massicci blocchi di pietra Aurisina, una pietra calcarea proveniente dall'Istria, rievocando forse il sontuoso palazzo di Diocleziano a Spalato. Costruito su due ordini, il primo inferiore più ampio ed il secondo più stretto, è sormontato da una grossa cupola. All'interno della sala superiore si trova ancora una grossa vasca di porfido, il labrum, che doveva sicuramente contenere le spoglie di Tedeorico. Queste ultime furono rimosse durante la dominazione bizantina.
MAR - Museo d'Arte della Città di Ravenna
Il Mar è un museo d'arte moderna e contemporanea che trova sede in un antico monastero cinquecentesco, chiamato complesso monumentale della Loggetta Lombardesca. L'edificio originario ha subito numerosi rifacimenti e modifiche, soprattutto durante il periodo delle soppressioni napoleoniche. Fu solo in seguito che venne trasformato in un'istituzione museale. Il suo allestimento si è arricchito di volta in volta, a cominciare con le cospicue donazioni private, sino all'acquisizione di nuove opere che hanno ampliato l'offerta espositiva, spaziando anche verso l'arte contemporanea e le nuove avanguardie. Moltissime infatti sono le mostre e gli eventi che vengono organizzati periodicamente all'interno della struttura museale.
La collezione ordinaria del Mar comprende, invece, più di trecento opere d'arte, principalmente dipinti e sculture che compongono il nucleo centrale del museo, partendo dal Trecento fino ai giorni nostri. La loro importanza deriva dalla possibilità di conoscere ed apprendere molto sulla cultura artistica locale, in particolare delle zone di Bologna e Ferrara, ma anche delle aree venete, padovane, toscane e marchigiane.
Alla collezione permanente si aggiunge anche un'interessante collezione di mosaici contemporanei che mirano a valorizzare e a ricordare la plurisecolare arte dei mosaicisti ravennati, che ha trovato il suo massimo esempio nel periodo bizantino, all'interno delle splendide chiese di Ravenna e dei suoi dintorni. Dal 2017 il MAR organizza la famosa biennale tutta dedicata al mosaico contemporaneo, il Ravenna Mosaico.
Basilica di Sant'Apollinare Nuovo
Dedicata in un primo momento al Salvatore, fu voluta dall'imperatore ostrogoto Teodorico di fianco al suo palazzo, come cappella palatina legata principalmente alla diffusione dell'arianesimo. Successivamente questa antichissima Basilica fu consacrata alla celebrazione del culto ortodosso quando Ravenna venne conquistata dai Bizantini (VI secolo d.C.). È in quel preciso momento che ci fu la conversione e la dedica a San Martino di Tours.
È denominata Sant'Apollinare nuovo poiché secondo tradizione qui vennero trasportate le reliquie del santo patrono Apollinare, che in precedenza erano riposte presso la Basilica di Sant'Apollinare in Classe, al di fuori delle mura di Ravenna.
L'edificio si contraddistingue per il suo altissimo campanile di forma cilindrica, dall'aspetto molto semplice, così come tutta la facciata della chiesa. Tale sobrietà viene completamente stravolta una volta varcato l'ingresso. I suoi magnifici mosaici si distribuiscono lungo tutto il perimetro, con ben 26 scene cristologiche e decorazioni ricchissime che testimoniano lo splendore e l'evoluzione dell'arte musiva del periodo bizantino. Il ciclo illustrativo è suddiviso in tre registri ed occupa la parte superiore delle navate laterali. A destra, oltre alla raffigurazione del palazzo di Teodorico, è mostrata una fila di santi martiri in processione. Lungo il lato sinistro, invece, sono mostrate delle sante vergini e l'antico porto di Classe nella sua originaria struttura. Su ambo i lati figure di profeti e storie della vita di Cristo.
Piazza del Popolo
È la piazza principale di Ravenna. Interamente pedonalizzata dal 1969, costituisce il principale luogo di ritrovo dei cittadini e dei visitatori, poichè è ricca di negozi, bar e ristoranti con bella vista sui tanti edifici storici che si affacciano sulla piazza.
Con una storia di oltre sette secoli, piazza del Popolo conserva ancora la sua struttura originaria e la sua funzione di sede del potere politico e commerciale. In questo spiazzo, infatti, trovano posto importanti edifici storici, come il palazzo apostolico (sede della prefettura), il palazzo della torre dell'orologio e la chiesa di santa Maria del Suffragio. Le origini di Piazza del Popolo vanno fatte risalire al XIII secolo, quando Ravenna era nelle mani della potentissima e nobile famiglia Da Polenta. La loro residenza era costruita sulla zona occidentale della piazza, che divenne il vero e proprio centro politico di Ravenna.
Le due colonne al centro risalgono al 1483, durante il periodo di dominazione veneziana della città. Furono erette su modello della più celebre piazza San Marco di Venezia. Al di sopra di esse sono presenti le statue dei due patroni della città: San Vitale e Sant'Apollinare. In questo stesso periodo venne costruito anche il celebre palazzetto veneziano.
Museo Nazionale di Ravenna
Il museo è situato nel complesso di San Vitale, negli ambienti che anticamente ospitavano l'antico monastero. La visita permette anche di attraversare gli antichi ambienti della struttura, come le celle, il refettorio, i chiostri e le varie sale dell'abbazia.
Il nucleo complessivo della raccolta si è formato nel corso del tempo grazie all'acquisto e alla collezione di beni artistici ed opere che gli stessi monaci hanno acquisito nel corso del tempo. Inizialmente destinate alla sola fruizione ecclesiastica, divennero successivamente pubbliche nel XIX secolo, periodo che sancisce la nascita stessa del museo nazionale. Ampliatosi ulteriormente nel corso degli ultimi due secoli, ospita oggi numerosissimi reperti archeologici, a cominciare dal periodo greco-romano, ospitato al piano terra, con una vasta collezione di lapidi, epigrafi e stele funerarie. Famosa è l'Apoteosi di Augusto, un grande bassorilievo in cui sono raffigurati, da destra, Augusto, Livia, Claudio, Germanico e Vittoria. Il secondo chiostro custodisce, invece, moltissime opere che spaziano dal V secolo d.C. fino all'età Barocca. Salendo al primo piano si incontrano vari pezzi di notevole fattura storico-artistica, a testimonianza della grandezza e dell'importanza che la città di Ravenna ha rivestito nel corso dei secoli. Molto interessante è il ciclo di avori del V secolo, il dittico di murano e la bella collezione di oltre 2000 ceramiche medievali e moderne ed il ciclo di affreschi che si conserva ancora nel refettorio dell'ex convento.