Siracusa, guida di viaggio

La storia di Siracusa si perde all'alba dei tempi. Fu fondata da coloni corinzi nell'VIII secolo a.C. sulla pittoresca isola di Ortigia, che ancora oggi costituisce la parte più antica della città. Fu una delle polis più importanti di tutta la storia della Magna Grecia e di tutto il mondo antico. Celebre per il famoso tiranno Gerone, ha dato anche i natali a personaggi illustri come Archimede ed Epicarmo, commediografo, poeta e filosofo. Conquistata dagli arabi in periodo medioevale,  alla metà del Seicento fu distrutta da un violento terremoto. Parte degli edifici ancora risalgono al pesante intervento di restauro e recupero che ci fu in epoca barocca. 

Negli ultimi anni Siracusa è stata protagonista di un trend positivo dell'afflusso di visitatori, diventando una delle mete turistiche più gettonate ed ambite della Sicilia orientale. Numerosi sono i servizi e l'offerta turistica, così come tante sono le attrazioni da non perdere, poichè la città è ricchissima di testimonianze archeologiche, chiese, monumenti e scenari naturalistici che ne completano la sua offerta turistica. Il clima mite in inverno permette di passeggiare piacevolmente tra i resti dello splendido teatro o tra le piazze della città, in pieno centro storico. In estate le giornate calde e soleggiate consentono di esplorare le numerosissime spiagge caratterizzate da un mare cristallino.

Teatro Greco di Siracusa

È uno dei teatri più noti e meglio conservati del mondo antico e forse una delle principali attrazioni di Siracusa. La sua fondazione risale al V secolo a.C ed è considerato il teatro più antico di tutto l'Occidente, opera di un celebre architetto di nome Damocopos. Si può dire che rappresentava il fulcro culturale dell'antica colonia greca. Oggi è ubicato all'interno del parco archeologico della Neapolis di Siracusa e costituisce una delle attrazioni principali della città. È inserito all'interno della lista dei patrimoni UNESCO, insieme a tutta la città di Siracusa.

Grazie alla sua perfetta acustica viene ancora oggi utilizzato per numerosi eventi, spettacoli, concerti e rassegne teatrali che si svolgono soprattutto nel periodo estivo.  La sua grande peculiarità è quella di essere quasi interamente scavato nella roccia, con una capienza di circa 15000 spettatori. 

Come tutti i teatri greci di quel periodo, esso è composto da tre parti principali: la scena, l'orchestra e la cavea, composta da 67 ordini di gradinate divise in nove settori ed otto scalette di servizio. La cavea, come di regola, ha una forma circolare ed era riservata al pubblico che assisteva ai numerosi spettacoli (prevalentemente tragedie e commedie) o alle assemblee pubbliche, che si tenevano al suo interno.

Il teatro fu oggetto di numerosi interventi di restauro nel periodo di dominazione romana dell'isola, durante la prima età augustea e successivamente nel periodo imperiale. Dopo la caduta dell'impero romano rimase abbandonato per molti secoli ed utilizzato come cava per estrarre materiali da costruzione nella metà del Cinquecento. Dopo molti secoli di declino e di degrado fu finalmente recuperato attraverso le indagini archeologiche mirate alla riscoperta ed alla valorizzazione dell'edificio. Gli scavi vennero condotti a più riprese fino alla prima metà del Novecento, restituendolo alla sua antica gloria.

Castello Maniace

Risale al periodo svevo ed è considerato uno dei castelli più importanti di epoca federiciana.
Oggi sorge nei pressi del porto di Siracusa e dai suoi bastioni è possibile godere di un bellissimo panorama che spazia sul lungomare di Ortigia.
Il nome del castello deriva da un celebre condottiero bizantino Giorgio Maniace, vicario a Costantinopoli. I suoi discendenti si legarono alla casata di Altavilla, a cui apparteneva per il ramo materno anche lo stesso Federico di Svevia. Tra il 1232 ed il 1239 fu proprio l'Imperatore a volere la costruzione della fortezza, affidandone l'esecuzione all'architetto Riccardo da Lentini. La sua edificazione rientra nel progetto di Federico di creare una rete di castelli e fortificazioni mirate a difendere solidamente tutto il territorio di sua pertinenza. Successivamente passò nelle mani degli angioini; al suo interno venne ospitata per un periodo la seduta del parlamento siciliano. Dopo il dominio aragonese subì un lento declino, fino ad essere trasformato in prigione militare e caserma in epoca borbonica. Durante questo lasso di tempo furono molti gli interventi mirati al consolidamento e all'aggiunta di strutture, elementi e fossati mirati a garantire maggiore solidità e resistenza all'edificio.
Con una struttura perfettamente quadrata, lunga 51 metri per lato, le sue torri cilindriche ed un'altezza di 12 metri, il castello si presenta piuttosto maestoso ed imponente. In essa si ritrovano tutte le caratteristiche delle costruzioni sveve sul territorio meridionale, che miravano alla geometrizzazione perfetta delle forme, alla razionalità ed alla funzionalità.

Tempio di Apollo

Costruito all'inizio del VI secolo a.C., è da considerarsi come il tempio dorico più antico di tutta la Magna Grecia. Uno dei primi ad essere costruito in pietra anziché in materiale ligneo, come avveniva con i santuari costruiti nelle epoche precedenti.
Nel corso dei secoli subì varie trasformazioni; nel periodo bizantino venne riadattato a chiesa e sotto la dominazione islamica della Sicilia venne addirittura tramutato in moschea. Ancora oggi sono ben visibili alcune iscrizioni in arabo presenti su di una delle pareti. Nel Cinquecento e nelle epoche successive venne ancora destinato a caserma ed inglobato ad alcuni edifici privati che hanno comunque lasciato visibili alcune delle antiche strutture greche.
Originariamente il tempio era dedicato ad Apollo, così come riportato da un'iscrizione dedicatoria da parte del committente presente sulla facciata dell'edificio. In totale doveva presentare circa 46 colonne, con una disposizione di 17 sui lati lunghi e 6 sui lati brevi. La cella ospitava sicuramente la statua della divinità, a cui venivano affiancati doni ed oggetti votivi da parte dei fedeli. Il suo interno era affiancato da una doppia fila di colonne, anch'esse doriche.
Come tutti i templi antichi era ricco di decorazioni policrome e dotato di una copertura in tegole, esposte oggi al museo Paolo Orsi. All'interno di questo interessante museo è anche possibile avere un'idea delle effettive dimensioni e della struttura originale del santuario, attraverso un'interessante ricostruzione visiva che riporta il visitatore indietro nel tempo alle antiche origini greche della città siciliana.

Cattedrale Della Natività Di Maria Santissima

La Cattedrale di Siracusa, dedicata alla natività di Maria Santissima, sorge su un antico tempio pagano dedicato a Minerva. L'edificio sacro era parte dell'antica acropoli della città greco - romana di Siracusa, successivamente trasformato in chiesa dai primi cristiani.
In epoca antica il tempio doveva essere imponente e ben fornito di decorazioni, così come affermato anche da Cicerone, che durante un suo soggiorno presso questo luogo ebbe modo di notare la bellezza e la ricchezza delle sue porte. Intrise in elementi di oro e di argento, rendevano maestose l'edificio stesso, che si contraddistingueva come uno dei più importanti di tutta la Sicilia.
L'impianto antico del santuario è ancora perfettamente visibile, specie al suo interno, dove tracce delle imponenti colonne doriche sono ancora visibili e ben conservate. Le tre navate sono state ottenute mediante l'apertura di varchi tra le mura della precedente struttura, che rendono la Basilica molto austera ed imponente, preservandone l'aura di sacralità propria del luogo.
Diverse furono le aggiunte e le modifiche che la chiesa subì nel corso del tempo. Arte normanna, rinascimentale e barocca si fondono elegantemente creando uno stile eclettico e variopinto che rende la Cattedrale davvero unica nel suo genere.
Al contrario del suo interno, l'esterno è contraddistinto da una straordinaria facciata in unico stile, risalente agli inizi del Settecento ad opera dell'architetto Andrea Palma. Per la sua complessità e per il suo stile è considerato uno dei più alti esempi di arte barocca in Sicilia.
A completamento della sua parte esterna, la Basilica è adornata da un ampio sagrato arricchito dalle statue dei Santi Pietro e Paolo e da tre grandi portali che introducono corrispettivamente il visitatore all'interno delle tre navate.

Catacombe di San Giovanni

A pochi passi dalle antiche mura della città sono ubicate queste suggestive catacombe; un percorso intriso di fascino e storia che si snoda lungo i sotterranei della città, con ingresso al di sotto della chiesa di San Giovanni. Per la loro valenza storica e per le dimensioni sono da considerare le seconde più importanti dopo quelle romane. Secondo la tradizione fu qui che l'apostolo Paolo predicò per la prima volta ai primi cristiani d'occidente.
Fondate tra il 315 ed il 360 d.C. sui resti di un antico acquedotto greco-romano, le catacombe sono dominate da un'ampia galleria centrale, il decumanus maximus dalla quale si snodano altri dieci spazi laterali con alcune cappelline di forma circolare, antiche cisterne riadattate per ospitare degnamente le spoglie di uomini illustri. Tra i tanti si annovera San Marziano, primo vescovo della città di Siracusa, sepolto in una cripta interamente scavata nella roccia e ricca di bellissime decorazioni parietali. Le altre nicchie erano riservate prevalentemente ai protomartiri della città, come Eusebio o Adelfia, moglie del conte Valerio, che a quel tempo rivestiva un importante ruolo come funzionario della corte imperiale. Molte di queste sepolture presentano una serie di decorazioni, epigrafi ed incisioni che forniscono una documentazione importantissima sulle condizioni sociali, economiche della società di quel tempo, nonché informazioni sulla cultura e sui rituali delle prime comunità cristiane siracusane.

Fonte Aretusa

Una delle leggende più affascinanti di Siracusa narra di Aretusa e Alfeo, ed è ambientata proprio presso la fonte che porta il nome di Aretusa, ninfa al seguito di Artemide. Un bel giorno, dopo una battuta di caccia, la ninfa sentì l'esigenza di bagnarsi presso il fiume Alfeo, che si invaghì di lei e decise di possederla, tramutandosi in essere umano ed inseguendola per tutto il Peloponneso. Spaventata Aretusa chiese aiuto proprio ad Artemide, che riuscì a trasformarla in una fonte facendola penetrare nel sottosuolo e guidandola per i sotterranei fino a farla riemergere molto lontano, proprio a Siracusa dove oggi è presente l'omonima fonte. Nonostante questo valido tentativo di fuga, Alfeo riuscì ugualmente a ritrovare la ninfa e si mescolò insieme alle sue acque per l'eternità.
La fonte sorge presso l'isola di Ortigia, nella parte più antica della città, a pochi metri dal mare. Si tratta di un profondo specchio d'acqua dalla forma circolare generatosi da uno sfogo della falda freatica che alimenta anche il fiume che si trova al lato opposto del porto, il Ciane. Tra le sue acque sono presenti alcuni dei più begli esemplari di flora acquatica. Tra i protagonisti sulla scena spiccano dei bellissimi e rigogliosi papiri, ma anche alcuni pesci che si intravedono tra le acque trasparenti; grossi cefali la animano da sempre, così come testimoniava anche Cicerone nei suoi scritti. Egli non fu l'unico: tanti sono stati i poeti, gli scrittori e gli artisti che si sono ispirati a questo romantico ed affascinante specchio d'acqua immortalandolo nelle loro opere. Ancora oggi la fonte Aretusa rappresenta uno dei luoghi più simbolici e distintivi di tutta la città di Siracusa.

Orecchio di Dioniso

L'Orecchio di Dionisio è una grotta artificiale alta circa 23 metri e profonda 60. Si trova al di sotto del teatro greco di Siracusa, all'interno del parco archeologico della Neapolis di Siracusa. È un'attrazione molto amata dai visitatori, ma da sempre ha suscitato l'attenzione e la curiosità di tanti scrittori, letterati e viaggiatori. Non tutti sanno, infatti, che questo bizzarro nome è stato coniato proprio dal grande genio di Caravaggio. L'artista ebbe modo di visitarla durante il suo soggiorno siciliano nel 1608, a seguito della sua fuga per l'omicidio di cui si era macchiato qualche tempo prima. Caravaggio rimase talmente affascinato da questo anfratto da attribuirgli un nome, che è quello che ancora oggi viene utilizzato per designare la cava. Il termine "orecchio" sarebbe anche da attribuire ad un'antica leggenda che voleva che il luogo fosse stato costruito dal tiranno di Siracusa Dionisio per rinchiuderci i suoi prigionieri, ascoltandone i discorsi da una piccola stanzetta che si trovava nella parte alta della grotta. Ciò giustifica l'origine del nome, dovuto principalmente alla forma della cavità che ricorda davvero il condotto uditivo di un orecchio. La conformazione rocciosa del promontorio permette effettivamente di amplificare il suono fino a sedici volte. ma la presenza di questa fenditura artificiale si deve principalmente alla possibilità di rifornirsi di materiali da costruzione per l'erezione di edifici e strutture in antichità. Si tratta, quindi, di una vera e propria cava di estrazione, così come le molteplici che si trovano in tutto il territorio siracusano.

Museo Archeologico Paolo Orsi

Il museo si inserisce nella splendida cornice di Villa Lanolina, una dimora storica dell'Ottocento di proprietà dell'omonima famiglia Lanolina. Oggi è uno dei musei archeologici più importanti di tutta Europa, grazie all'importante collezione di reperti antichi, a preminente testimonianza del periodo di dominazione greco-romana della città e della parte centro orientale della Sicilia.
Il primo nucleo delle opere esposte è frutto di una serie di raccolte arcivescovili iniziate dalla fine del Settecento, comprendenti statue, vasi, utensili e corredi funerari. Ad esse si sono aggiunte nel corso del tempo una serie di donazioni, acquisizioni e rinvenimenti a seguito degli ulteriori scavi archeologici condotti nelle zone circostanti. Oggi il museo conta all'incirca 18000 reperti ed è suddiviso in diverse settori che sono classificati su base cronologica; si parte dalla preistoria fino ad arrivare all'età classica. L'elemento più caratteristico è sicuramente il celebre “medagliere”, una ricchissima collezione di monete di epoca greca che provengono dalle antiche zecche di Naxos, Messina ed Agrigento, a testimonianza della sinergia e degli scambi commerciali che Siracusa ebbe con le altre colonie presenti sull'isola.
Nel 2006 è stata inaugurata un'ulteriore importante sezione che ospita alcune statue di pregevole fattura, come la Venere Landolina, copia romana del II secolo d.C. di un originale cretese. A ritrovarla fu proprio l'archeologo Saverio Landolina, nel 1804.

Riserve naturali di Siracusa

Tutti gli amanti del trekking e dell'outdoor ameranno le tante riserve naturali che si trovano a pochi km da Siracusa. Nella sua provincia se ne contano circa otto. Collocate tra insenature nascoste, rocce calcaree e circondate da una vegetazione lussureggiante, fungono da meta ideale per immergersi nella natura selvaggia ed incontaminata di questa zona meno conosciuta dell'isola. La particolarità di questi luoghi è proprio la diversità della flora, della fauna e del paesaggio che cambia drasticamente nel giro di pochissimi km. Già ampiamente conosciute dai viaggiatori del Settecento durante l'epoca del Grand Tour, di recente sono ritornate in voga per lo sviluppo dell'ecoturismo e del turismo sostenibile che vede l'Italia e soprattutto la Sicilia come una delle mete più gettonata per un'esperienza a contatto diretto con la natura. Sicilia non solo isola dalla storia millenaria e dalla presenza di tradizioni, monumenti e culture antichissime, ma anche scrigno di una natura incontaminata ancora tutta da scoprire.

Tra le riserve più frequentate si includono la riserva di Pantalica, interamente scavata nella roccia, nella valle dell'Anapo, la riserva di Canagrande, che si estende per una superficie di oltre 2000 ettari, l'area protetta del Plemmirio, famosa per le sue grotte marine e per la presenza della celebre necropoli risalente all'età del bronzo e scoperta dall'archeologo Paolo Orsi alla fine dell'Ottocento. Ultima, ma non per importanza, la splendida ed incontaminata riserva naturale fiume Ciane e saline di Siracusa. All'interno di essa è possibile effettuare un piacevole e rilassante tour in barca sul fiume, attraversando intere piantagioni di papiro ed arrivando alla sua foce per ammirare da lontano l'isola di Ortigia. 

Galleria Regionale di Palazzo Bellomo

Questo interessante museo è ospitato nel bellissimo edificio del XII secolo, palazzo Bellomo, dall'architettura federiciana, che ancora si intravede nella bellissima facciata esterna, ancora molto ben conservata. Il palazzo venne acquistato nel Quattrocento dalla potente famiglia siracusana dei Bellomo ed, in seguito, fu venduto alle suore del monastero di San Benedetto. Durante questo periodo subì numerose trasformazioni architettoniche che ne modificarono l'assetto originario, apportando elementi consoni al gusto ed alla moda di quel periodo.
Nel 1901 fu finalmente adibito a museo, dopo essere stato ceduto all'amministrazione delle antichità e delle belle arti.
Al suo interno è ospitata oggi la galleria regionale, suddivisa in due piani ed ordinata seguendo un criterio cronologico. Si parte dalle collezioni di epoca medioevale, che negli anni Quaranta furono staccate dal museo archeologico di Siracusa con il fine di poterle valorizzare maggiormente. Molte opere d'arte provenivano dal patrimonio di chiese e monasteri soppressi o da ingenti donazioni che erano state acquisite nel corso del tempo. Le esposizioni continuano con la parte moderna, legata in particolare alla pittura barocca e di stampo caravaggista, che fu legata all'influenza lasciata dal famoso pittore durante il suo soggiorno siciliano agli inizi del Seicento.
Le sale della galleria sono suddivise da sculture ed opere pittoriche di vario genere. Degna di nota è la bellissima Annunciazione di Antonello da Messina, uno degli esponenti più rilevanti della pittura siciliana di epoca tardo medioevale. Interessanti anche le numerose icone sacre di stampo bizantino, opera dei maestri "madonneri" di origine slava, cretese e veneziana.
Una sezione a parte è esclusivamente dedicata alle arti applicate. Singolari sono le statuette presepiali realizzate in cera, ceramica e cartapesta, risalenti ad un periodo che spazia dal Settecento all'Ottocento, così come la bellissima e preziosa collezione di argenti sacri.

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