Torino, guida di viaggio
Ai piedi delle Alpi ed attraversata dal Po, Torino è la quarta città d’Italia ed il capoluogo del Piemonte. Una città in cui convivono pacificamente passato e presente. Si contraddistingue per l’eleganza delle sue architetture e le lussuose residenze sabaude, testimonianza dei secoli di gloria vissuti dalla città ai tempi dei reali di Savoia. Prima capitale d’Italia a seguito della sua unificazione, Torino è da sempre stata riconosciuta come uno dei principali centri culturali, artistici e scientifici del paese. Ha dato i natali a numerosi scrittori e letterati italiani quali Edmondo De Amicis, Emilio Salgari, Cesare Pavese e Primo Levi, che erano soliti frequentare i tanti celebri caffè letterari che ancora oggi animano le piazze e le strade del centro. La sua economia, sin dai tempi della rivoluzione industriale, si è basata principalmente sul settore metalmeccanico; non a caso, da sempre, Torino è considerata la patria indiscussa dell’industria automobilistica, contribuendo a favorire un notevole sviluppo economico per tutto il paese. Nel 2006 è stata la sede della XX edizione dei Giochi olimpici invernali che hanno contribuito ad accrescere la sua fama e la popolarità.
Museo Egizio
Per il valore, la quantità ed il prestigio dei suoi reperti è considerato il secondo museo Egizio più importante al mondo dopo quello del Cairo. La sua collezione iniziò a formarsi già nell’ambito delle varie campagne napoleoniche in Egitto, quando collezionisti, nobili e curiosi incominciarono ad approfondire ed ampliare le loro conoscenze sul mondo antico, focalizzando la loro attenzione sugli oggetti appartenenti alle civiltà nilotiche che man mano stavano comparendo sul mercato internazionale. Durante i primi scavi archeologici sulle sponde del Nilo, era consuetudine “spoliare”, ovvero recuperare una serie di materiali ed oggetti preziosi, mummie, reperti, monili e papiri che ricostruissero la storia di una grande civiltà antica. Divenne, così, una vera e propria moda quella di acquistare suppellettili e manufatti che entrarono nell’orbita delle grandi collezioni private. Nel caso della collezione torinese, questa fu il risultato di numerose acquisizioni reali, in primis quella di casa Savoia, a cui si aggiunsero altre collezioni legate ai ritrovamenti delle seguenti campagne di scavo condotte tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento.
Oggi nel museo si conta un numero di reperti che si aggira intorno ai 6500 pezzi, senza contare i vari depositi di magazzino. Tra gli oggetti più celebri ricordiamo la Mensa Isiaca, che costituì la base per la formazione del primo museo, la statua di Ramesse II, il sarcofago ed il corredo della regina Nefertari. In una delle sale vi è un’intera ricostruzione del tempietto rupestre di Ellesiya. Numerosi sono anche i papiri che permettono di ricostruire una storia della cultura grafica della società egizia, attraverso i vari geroglifici e le illustrazioni sacre che vi sono raffigurate.
La Mole Antonelliana
È un vero e proprio simbolo distintivo della città di Torino. Deve questo nome dal costruttore Alessandro Antonelli, che nel 1863 concepì una struttura in ferro e strutture plastiche, seguendo la linea a lui contemporanea dei grandi progetti europei innovativi (in primis la Tour Eiffel parigina). All’epoca, con i suoi 167 metri di altezza, costituiva l’edificio più alto d’Europa. La Mole è costituita da una solida base metallica a più ordini e da un’alta cupola: Quest’ultima è sormontata da una guglia telescopica, sostituita nel 1953 dopo che un fortissimo tornado la spezzò completamente, fortunatamente senza causare vittime. Questo particolare edificio era destinato inizialmente a sede della sinagoga, ma la comunità ebraica torinese non riuscì a sostenere gli eccessivi costi di manutenzione richiesta per sostenere e rinsaldare un edificio tanto possente. Fu così che la mole venne venduta ed acquistata dal Comune di Torino che lo trasformò in un memoriale al re Vittorio Emanuele II. Il suo ascensore panoramico permette di arrivare sino in cima ed ammirare dalla terrazza il favoloso panorama che si estende sulle Alpi, sul colle Superga e su tutta la città. All’interno della Mole Antonelliana si trova il museo nazionale del cinema di Torino, con una ricchissima collezione di migliaia di opere da film, documenti di archivio, scenografie ed un percorso espositivo che permette di conoscere ed approfondire la storia della cinematografia italiana e mondiale.
Palazzo Reale
Il Palazzo Reale è la più importante e prestigiosa tra le residenze sabaude in Piemonte. Le sue origini risalgono sul finire del Cinquecento, durante la reggenza di Maria Cristina di Francia. Nel Settecento fu parzialmente restaurata dal celebre architetto Filippo Juvarra, che realizza l’originale scalone del palazzo, meglio conosciuto come scalone delle forbici. La scala monumentale fu realizzata in occasione delle nozze di Carlo Emanuele III e conduceva all’appartamento privato dei coniugi. Lo scalone riporta questo bizzarro appellativo per l’originale presenza di due forbici, inserite dall’architetto tra gli stucchi decorativi. Secondo alcuni le forbici avevano la funzione simbolica di “tagliare” la lingua dei malpensanti, ovvero di zittire e smentire le critiche di chi sosteneva l’impossibilità dell’architetto nel realizzare un’opera tanto bella e scenografica.
La facciata del palazzo è lunga 107 metri e la sua imponenza si presta bene a palesare il centro strategico del potere regio. L’edificio, infatti, è ubicato nel pieno centro di Torino, nella Piazzetta Reale vicina alla centralissima Piazza Castello, punto nevralgico dove si diramano le arterie principali della città: via Po, Via Roma e via Garibaldi.
L’interno di Palazzo Reale rispecchia perfettamente l’idea di solennità che già viene percepita dall’esterno. Le ampie sale che si susseguono sono ricchissime di decorazioni, mirate ad esaltare le nobili origini e la solennità del casato; centinaia di quadri, affreschi, arazzi, stucchi ed ornamenti che si sono aggiunti nel corso dei secoli e che testimoniano la volontà da parte dei sovrani di rendere la loro residenza un vero e proprio scrigno di capolavori artistici. Il percorso di visita attuale comprende gli interni del Palazzo, l’Armeria reale, la Cappella della Sindone e la Galleria Sabauda.
Cattedrale di Torino
La Cattedrale di Torino è un magnifico esempio di architettura religiosa piemontese che si fonde tra Rinascimento e Barocco. È dedicata a San Giovanni Battista e sorge sull’omonima piazza, non lontana dai musei reali e da piazza castello. L’edificio fu costruito alla fine del Quattrocento e rappresenta l’unico esempio di arte rinascimentale presente nella città di Torino. Costruito sulle fondamenta di tre chiese paleocristiane esistenti in loco, ha una bella e chiara facciata in marmo bianco. La pietra scura del campanile ne fa da contrasto; quest’ultimo fu eretto tra il 1468 e il 1470 dal vescovo savoriardo Giovanni Di Compeyes, a proprie spese. Un’iscrizione in marmo con il suo nome e lo stemma della sua famiglia commemorano la persona e l’opera. Il Duomo fu ampliato in epoca barocca, principalmente per accogliere in modo degno la celebre Sacra Sindone, giunta in città per volere della famiglia reale dei Savoia. Precedentemente conservata all’interno della Cappella omonima, la sindone oggi è conservata nel transetto della Cattedrale. All’interno di un altare, in una grande teca d’argento e vetro, è riposto il sacro lenzuolo di lino, ancora oggi considerata una delle reliquie sacre più importanti ed enigmatiche che ci sono giunte dal passato. La facciata e l’interno del Duomo sono stati restaurati a seguito del disastroso incendio del 1997, che fortunatamente non era riuscito ad intaccare la Sindone, portata in salvo giusto in tempo grazie al tempestivo intervento dei vigili del fuoco.
La Cappella della Sindone
La Cappella è un vero e proprio capolavoro barocco, realizzato da Guarino Guarini alla fine del Seicento. È stata dichiarata patrimonio mondiale Unesco nel 1997, lo stesso anno in cui un disastroso incendio distrusse gran parte della struttura, rendendo necessaria un’opera di restauro che richiese diversi anni e conclusosi solo nel 2018.
La Cappella fu voluta fortemente dalla dinastia sabauda, realizzata inizialmente per ospitare la sacra reliquia della Sindone, trasferita da Chambéry a Torino nel 1578. Inizialmente il progetto fu affidato ad altri artisti, che iniziarono i lavori completati, quasi un secolo dopo, dal Guarini. Fu il suo prezioso intervento a rendere la Cappella un unicum nel suo genere. Egli, infatti, concepì una straordinaria struttura a torre donando una spinta ascensionale e verticale alla cupola, che in questo modo risultava molto più leggera e slanciata rispetto al disegno originario. All'esterno elaborò una singolare guglia traforata ed un voluminoso tamburo alternato da grandi finestroni, che donano luminosità all’interno, esaltando i meravigliosi marmi scuri alternati alle colonne bronzee.
Oggi la Cappella della Sindone rientra nei percorsi espositivi museali di Torino e costituisce una tappa imperdibile per chiunque voglia ammirare uno dei massimi capolavori barocchi creato in uno dei periodi di massima fioritura della capitale sabauda.
La Basilica di Superga
La Basilica di Superga è stata eretta per volontà di Vittorio Amedeo II, ricordato per aver donato alla città di Torino un periodo molto florido e di notevole importanza artistica-culturale. Durante la sua reggenza (1666-1732), la città fu protagonista di una serie di riforme e di cambiamenti, legate alla condotta politica del sovrano, che proprio in quegli anni riuscì ad allargare progressivamente i propri domini, trasformando il ducato in regno.
La Chiesa sorge sul colle omonimo di Superga, su un’altura dominante la città; la stessa scelta da Vittorio Amedeo II per la costruzione della chiesa. Egli decise di ringraziare la Vergine Maria a seguito della vittoria sull’esercito francese. È proprio da questa cima che egli, infatti, aveva osservato strategicamente le posizioni dei francesi durante l’assedio di Torino. Risulta chiaro che la Basilica fu eretta in quello stesso luogo a trionfale memoria della fondazione del regno sabaudo.
La Chiesa di Superga si presenta a pianta circolare, con una grande cupola costolonata e due campanili laterali, che rendono la struttura monumentale e variegata al tempo stesso. I modelli di riferimento a cui si ispirò l’architetto Filippo Juvarra furono il pantheon e l’edilizia romana di stampo classico e rinascimentale. L’interno della Basilica è dominato dalla luce esterna, che penetra attraverso i grandi finestroni del tamburo e della cupola. È proprio quest’ultima a predominare e a donare un senso di forte verticalismo alla chiesa.
Una visita al complesso di Superga non può non includere l’ingresso alle tombe reali sabaude e la salita in cima all’ampia cupola Juvarriana, attraverso una scala a chiocciola che conduce ad una terrazza esterna per ammirare il fantastico panorama, particolarmente apprezzato durante le belle giornate limpide.
La Venaria Reale
La Reggia di Venaria è una maestosa residenza reale ubicata alle porte di Torino, presso l’attuale comune di Venaria. Il palazzo vanta un’area molto vasta di circa 80000 metri quadrati, senza contare lo splendido parco ed i sontuosi giardini che circondano il perimetro dell’edificio. Nel 1997 è stata dichiarata Patrimonio dell’Unesco ed è stata ufficialmente aperta al pubblico dieci anni più tardi. La sua opera è frutto di un complesso progetto voluto dai reali di Savoia e portato avanti dai migliori architetti ed artisti del ‘600 e ‘700 italiano.
La storia della Reggia è legata alla figura del duca Carlo Emanuele II di Savoia, che insieme alla sua consorte, la duchessa Maria Giovanna Battista di Savoia Nemours, decisero di sfruttare una grande area verde poco fuori città per l’edificazione di un palazzo ed una grande tenuta. L’obiettivo era di soddisfare le loro principali esigenze mirate a creare un luogo che fosse adibito allo svago e all’esercizio della caccia. Fu così che intorno alla fine del Seicento venne affidato all’architetto di corte Amedeo di Castellamonte un prestigioso incarico, che si andò a sommare alle altre magnifiche e sontuose residenze reali esistenti in città. Il primo impianto palaziale del Castellamonte venne immediatamente soppiantato da un progetto successivo, ancora più maestoso e scenografico, per volere dell’ambizioso Vittorio Amedeo II, successore del duca. Il giardino all’italiana, già ricco di statue ed ornamenti, fu soppiantato da uno spazio verde concepito alla maniera francese, secondo la moda del tempo. Statue, fontane, vasche ed ampie prospettive di spazi verdi arricchirono notevolmente la Reggia, che incominciava ad assumere sempre più un carattere a dir poco grandioso e monumentale. Gli spazi interni del Palazzo vennero decorati dalle migliori maestranze barocche dell’epoca. A partire dal 1716, quando il duca diventerà sovrano a tutti gli effetti, entrerà in scena il famosissimo architetto Filippo Juvarra, che introdurrà uno stile innovativo nella creazione di ampie sale barocche, come la Galleria Grande, la Cappella di Sant’Uberto, la Citroniera e la Scuderia.
All’inizio dell’Ottocento, durante il periodo napoleonico, la Reggia subì un forte declino, poiché fu tramutata in caserma militare; i suoi tesori e le opere d’arte custodite al suo interno vennero trafugate e portate via. Fu solo alla fine del secolo scorso che si avviò un progetto di restauro e riqualificazione del sito per riportarlo ai suoi originali ed antichi splendori.
Piazza San Carlo
Il grande spiazzo che forma la piazza più importante di Torino è dominato sui lati lunghi da sontuosi palazzi porticati e dalle facciate omogenee. È spesso denominata dai torinesi il “salotto della città”. Fin dalla sua costruzione ha rappresentato il fulcro principale della vita sociale, religiosa e politica della città. I suoi numerosi caffè e locali sono stati sempre animati dai tanti artisti, scrittori, nobili e viaggiatori che li frequentavano assiduamente. Uno dei caffè storici è il caffè San Carlo, famoso anche perché è stato il primo locale pubblico a dotarsi di un’illuminazione a gas, agli inizi del Novecento.
Al centro di Piazza San Carlo trionfa il monumento equestre ad Emanuele Filiberto di Savoia, eretto nel 1838. Questo monumento è uno dei simboli della città di Torino e fa della piazza una vera e propria place royale; uno spazio urbano dove a dominare è la statua del re, secondo i canoni stilistici tipici francesi. Ma la piazza si differisce da questi ultimi per l’inserimento delle belle chiese di San Carlo e Santa Cristina, punto di fusione tra gli elementi di carattere civile e quelli di tipo religioso nello stesso contesto urbano.
Palazzo Madama
In origine Palazzo Madama era il centro del potere della città, residenza di Filippo I di Savoia e della sua famiglia. Nel 1637 venne abbellito da Maria Cristina di Borbone di Francia, ammodernando gli spazi interni e donando alla facciata della residenza il suo meraviglioso aspetto attuale. Come per tante altre circostanze, anche stavolta si decise di interpellare il fedele Filippo Juvarra, principale esponente del barocco piemontese e collaboratore dei Savoia, che operò per lunghi anni a Torino come architetto e progettista. Per il rinnovamento di Palazzo Madama lo Juvarra decise di servirsi di diverse tipologie di marmi, prevalentemente chiari e levigati. Ad essi alternò alcuni spazi dominati da grandi finestroni, in modo tale da garantire maggiore luminosità all’interno. Notevole è anche l’immenso atrio dominato dal grande scalone d’onore a doppia rampa, in perfetta linea con lo stile di quel tempo.
Oggi Palazzo Madama è sede del museo civico di arte antica di Torino. Ospita un’interessante collezione di opere d’arte, sculture, nonché una vasta collezione di raffinatissime porcellane, probabilmente una delle più vaste al mondo.